Truffa dei diamanti, in 30 ricorrono al tribunale

21 novembre 2018 | 11:14
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Truffa dei diamanti, in 30 ricorrono al tribunale

Aducons Law & Food è decisa a portare avanti le richieste dei risparmiatori lucchesi che si sono sentiti truffati dagli investimenti nei “diamanti”: saltata almeno al momento la mediazione con le banche, adesso si procederà con le azioni giudiziarie. Una trentina di cittadini si sono rivolti all’associazione per difendere una cifra complessiva di risparmi che sfiora il mezzo milione di euro, perché hanno visto ridursi in modo considerevole i loro risparmi, investiti in diamanti, in particolare tramite due società.

“Tali investimenti – spiega Aducons – erano stati realizzati attraverso l’opera di intermediazione decisiva degli istituti bancari. La realtà ha rivelato ben presto che il prezzo di valutazione a cui tali pietre preziose erano vendute, risultava ben maggiore rispetto a quello che sarebbe stato il prezzo di realizzo e vendita sui listini ufficiali. Con un evidente danno per gli investitori, che si ritrovano oggi nella sostanziale impossibilità di rivendere le pietre preziose se non ad un prezzo irrisorio o molto inferiore rispetto a quello di acquisto, con una perdita sostanziale di molti dei soldi investiti. Per tale pratica illegittima e scorretta le società coinvolte e gli enti bancari sono stati anche sanzionati dall’Antitrust. A sostegno delle ragioni dei nostri associati vi è la recente notizia che le banche e le società di investimento hanno perso il ricorso proposto al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro le sanzioni che l’Agcom, ente che tutela la concorrenza, aveva rivolto loro per pratica commerciale scorretta: l’organismo giudiziario amministrativo ha confermato la sanzione di 3.350.000 euro originariamente comminata. Quindi, proprio seguendo questa strada, l’associazione proseguirà il percorso intrapreso per la tutela dei cittadini a seguito dell’opera di intermediazione svolta illegittimamente dalle banche nella collocazione di tale investimento, spesso avvenuta anche presso i propri locali, con gravi violazioni delle norme di legge in materia di tutela degli investitori, in particolare sotto il profilo dell’obbligo di informazione e di trasparenza e dell’attitudine al rischio”.