
Per gli inquirenti lucchesi sono i responsabili di una maxitruffa ad alcune compagnie assicurative e il 18 gennaio prossimo due imprenditori, uno di origini partenopee e l’altro di Pietrasanta, dovranno comparire davanti al gup del tribunale di Lucca per difendersi dalle accuse dei giudici. Dopo accurate e complesse indagini i magistrati lucchesi hanno chiesto per entrambi il rinvio a giudizio per truffa e falso.
I due, titolari di un’agenzia con sede in un Comune della Versilia, secondo l’accusa, avrebbero falsificato ben 27 documenti per ottenere da alcune compagnie assicurative condizioni economiche molto più vantaggiose, facendo risparmiare ai clienti centinaia di euro. Clienti sempre in costante aumento viste le formidabili condizioni che riuscivano ad ottenere. Questo perché l’assicurazione auto non ha un costo uniforme in tutta Italia. Si sa. Ma la cosa non va giù a molti: tanto che spesso viene usato il termine di “discriminazione assicurativa”. E Napoli è al primo posto delle province più care d’Italia e tutti gli assicurati erano infatti residenti nel capoluogo campano con risparmi non indifferenti se si pensa che secondo i giudici a fronte di premi dovuti di 1.200 euro ne pagavano circa 300. Infatti stando agli ultimi dati gli automobilisti campani spendono quasi il doppio rispetto a quanto facciano gli automobilisti della Valle d’Aosta, dove il premio medio è il più basso in assoluto, con soli 303,20 euro. Le due provincie in cui i costi dell’assicurazione auto sono più alti sono infatti Napoli e Prato. E quindi se una polizza, per la stessa auto e per le stesse coperture, in Valle d’Aosta costa 400 o 500 euro a Napoli o Caserta sfiora i 2 mila. A gennaio l’udienza preliminare mentre altre indagini sono in corso per comprendere meglio tutti i contorni della vicenda.
Vincenzo Brunelli