
Visita al carcere di Lucca da parte del segretario generale della Fns Cisl. Dopo la visita e l’incontro con il personale effettuata dal segretario nazionale Fns Cisl Fabrizio Ciuffini, dal segretario regionale Paolo Rauccio, dal coordinatore generale della Toscana Nord e dalla coordinatrice della casa crcondariale Claudia Vinciguerra sono emerse diverse criticità sia sulle strutture che sull’organizzazione dei servizi che sono stati inserite in un documento inviato all’amministrazione penitenziaria.
Nel documento si parla di “situazione nettamente peggiorata”.
“È pur vero – si legge nella nota – che la struttura del penitenziario lucchese, data la sua vetustà, condiziona fortemente le condizioni di lavoro del personale ma non registriamo a distanza di anni un concreto impegno a migliorare tale condizione, eccezione fatta per la sala colloqui che non è più quell’ambiente disastrato che trovammo in passato. Ma qui si ferma il livello d’interventi alla struttura perché per il resto gli ambienti sono diffusamente insalubri, in precario stato di manutenzione, con arredi e strumenti inadeguati per consentire a colleghi e colleghe di operare in sicurezza. L’istituto deve contemperare questa condizione con il problema del sovraffollamento detenuti visto che sono presenti oltre il 40 per cento in più di persone recluse rispetto alla capienza regolamentare prevista dal ministero. Dei detenuti presenti, il 50 per cento circa sono stranieri e questo aggiunge difficoltà alle difficoltà visto che la convivenza difficile in spazi ristretti ed inadeguati viene aggravata dalle variabili comportamentali che risiedono anche in differenze culturali, etniche e religiose tra la popolazione ristretta. A questo si aggiunga anche la gestione di soggetti con problemi psichici ed il quadro che ne emerge è estremamente critico”.
“Nel corso della visita abbiamo però visitato un ambiente interno – prosegue la nota – denominato ex ottava sezione che lascia sbalorditi e dimostra come valga il famoso concetto “della mano destra non sa cosa faccia la sinistra”. Mentre l’Iitituto è diffusamente in pessime condizioni strutturali (tra l’altro con un sistema di automatizzazione di cancelli e sbarramenti inesistente) sono stati spesi migliaia di euro per ristrutturare quell’area di cui accennato, che rimane vuota, con arredi nuovi ancora imballati (oltre ad altri seminuovi provenienti dalla precedente ristrutturazione dell’ex Opg di Montelupo Fiorentino, poi chiuso per legge) con lavori realizzati e che con il passare del tempo iniziano già a mostrare segni di deterioramento visto il non utilizzo dell’area stessa, ma con altri lavori che sarebbero necessari per mettere a norma di sicurezza tale ex ottava sezione. Ci riferiamo al vano scale che conduce ai diversi piani della struttura, con una ringhiera bassa e pericolosa, sporgente in uno spazio verticale vuoto, non idonea per un possibile transito di detenuti e personale. Così come sono pericolosi i bagni, già arredati ma con specchiere a muro non compatibili con ambienti penitenziari per detenuti, con un ascensore di nuova generazione installato e non utilizzabile, con una sala dove sono accatastati molti maxi-schermi televisivi che se rimangono ancora abbandonati ed imballati saranno già vecchi prima ancora di utilizzarli realmente. In tutta evidenza la critica situazione descritta appare completamente avulsa dal resto della complessiva struttura penitenziaria lucchese”.
“Infine serve una riflessione sulla dotazione del personale di polizia penitenziaria – prosegue la nota – che abbiamo incontrato al termine della visita e che abbiamo trovato concretamente “provato” dal lavorare in queste difficoltà, oltre ad altri aspetti che attengono ad un difficoltoso sistema di relazioni tra i vertici della direzione e del reparto, con gli appartenenti al corpo.
Anche alla casa circondariale di Lucca è pesante la carenza della dotazione organica del personale più qualificato; sono presenti solo 8 unità tra il personale dei ruoli ispettori e sovrintendenti, rispetto alle 24 unità previste dal decreto ministeriale sulla dotazione d’istituto (manca quindi il 65 per cento di queste unità). Il resto del personale del ruolo agenti-assistenti appare paradossalmente in sovrannumero, ma è solo grazie all’impegno dei colleghi/e più anziani di servizio si coprono compiti che invece andrebbero assolti da quel personale delle più alte carriere.
Non bastasse questo serve riflettere sul fatto che Lucca non dispone più di un Ntp proprio, bensì tale competenza è stata passata nella riorganizzazione del settore al Nucleo di Pisa. Ciò nonostante, il reparto di polizia penitenziaria di Lucca negli ultimi 12 mesi (fino al 30 novembre 2018) ha assicurato piantonamenti di detenuti in ospedale civile con l’impiego di circa 142 unità, visite mediche esterne con 127 unità e traduzioni detenuti con 157 unità”.
“Segnaliamo anche che sui piantonamenti – prosegue l’elenco – nsiste poi un problema organizzativo visto che nella collaborazione con il Nucleo di Pisa la pianificazione del servizio avviene con due modelli differenti: l’Ntp di Pisa organizza i turni come previsto dal regolamento su 4 quadranti orari, mentre Lucca deve farlo su tre quadranti perché non ha personale sufficiente. Ma il dato più grave appare poi dalle conseguenze di molte visite mediche effettuate negli ospedali civili; infatti capita spesso che i detenuti visitati in ospedale non vengano poi trattenuti ricoverati pur se servirebbe farlo, ma tornano invece al carcere con la prescrizione sanitaria (non disposta dalla magistratura) della sorveglianza a vista. Questa condizione affida al reparto di Polizia Penitenziaria di Lucca una responsabilità impropria ma diretta, quella della sorveglianza a vista per esigenze sanitarie, una modalità che per la normale dotazione di personale non è compatibile, se non scoprendo inevitabilmente altri posti di servizio che modificano l’organizzazione del lavoro che già risulta organizzata sui livelli minimi concordati”.
“Sono molte altre ancora le situazioni – conclude la nota – trovate incoerenti con quella che dovrebbe essere invece la normalità organizzativa del lavoro interno a questo istituto. Ci riferiamo ad esempio all’ufficio matricola che opera con soli due addetti, così come i servizi della Mof e del casellario, allocati nell’unico comune ambiente, dove una sola unità di polizia penitenziaria per singolo servizio deve controllare, coordinare e gestire anche la vigilanza ed il lavoro dei detenuti destinati a servizi così diversi (unità di opolizia penitenziaria che devono sostituirsi tra loro in caso di assenza e/o impedimento al servizio l’uno con l’altro). Da tutto quanto sopra descritto ne discende anche un ricorso importante al lavoro straordinario risultano concesse al personale circa 2600 ore in forma alternativa al pagamento, con giornate di recupero liberi dal servizio, condizione che aggrava le difficoltà. Segnaliamo anche la difficoltà del personale che non riceve più nuovo vestiario, situazione che costringe colleghi e colleghe ad acquistare privatamente capi vestiario analoghi a quelli delle uniformi previste, così come a continue riparazioni sartoriali di quel vestiario ormai vecchio mai rinnovato dall’amministrazione nel tempo. Così non si può proseguire e chiediamo di voler verificare la situazione affinché siano fornite adeguate risposte alle condizioni di lavoro, di sicurezza e di salubrità sul servizio, per il personale di Lucca”.