
Gioco d’azzardo, gambling, ludopatia, il diavolo ha tanti nomi ma il risultato non cambia mai e si chiama disperazione. Ormai è riconosciuta come una malattia, una dipendenza vera e propria come tutte le altre, e le tecniche per sconfiggerla si sono dovute adeguare ai repentini cambiamenti della più subdola, forse, delle dipendenze. Angelo ce l’ha fatta ma solo chiedendo aiuto e dopo aver perso tutto quello che aveva.
Un tossicodipendente, un alcolista, non riesce alla lunga a mascherare la sua malattia, per via più che altro dei riverberi fisici, ma col gioco la cosa è diversa. A spiegare tutte queste cose e questo mondo parallelo del gioco d’azzardo patologico è Angelo (il nome è di fantasia), 50 anni, di un Comune della Piana che negli ultimi 5 anni di gioco compulsivo ha letteralmente dilapidato oltre 300mila euro, l’intera eredità. Angelo lavora, per fortuna, e ha moglie e figli che è riuscito a recuperare solo dopo aver recuperato se stesso. “Ho perso tutti i soldi che avevo da parte alle slot e contratto debiti ma grazie a Giocatori Anonimi ho ritrovato me stesso e soprattutto la mia famiglia – ammette commosso – e consiglio a tutti i giocatori a cui la vita è sfuggita di mano di fermarsi un secondo solo e chiedere aiuto, al Sert o a Giocatori anonimi. Da soli è impossibile venir fuori da questa malattia infernale e solo lasciandosi aiutare ci si può liberare e smettere”.
Angelo sottolinea infatti che dal gioco d’azzardo patologico non si guarisce, si smette di giocare se si seguono percorsi seri e costanti ma bisogna sempre considerarsi un giocatore, per tutta la vita, come fanno gli ex alcolisti o ex tossicodipendenti, perché per ricominciare basta poco.
Giocatori anonimi (Ga) come Narcotici anonimi (Na) nasce dalla più nota associazione di auto aiuto e sostegno reciproco del mondo, Alcolisti anonimi. Giocatori anonimi è composta da migliaia di uomini e donne sparsi in tutto il mondo che si riuniscono settimanalmente in gruppi che possono andare dai pochi membri fino a raggiungere anche il centinaio soprattutto nelle grandi aree metropolitane. Nelle grandi aree metropolitane spesso ci sono una decina o più di questi gruppi che tengono ogni giorno regolari riunioni settimanali.
In città, a Pisa, A Livorno, a Prato, a Massa, e soprattutto a Firenze esistono gruppi pronti ad accogliere il giocatore che non ne può più di spendere tutti i propri soldi per giocare, spesso contraendo debiti e arrivando a compiere atti che normalmente non si sarebbero mai fatti pur di trovare i soldi per continuare a giocare. Soprattutto le slot machine stanno divorando i soldi dei giocatori sia quelli occasionali che patologici. Negli ultimi anni poi con l’avvento di internet giocare è diventato ancora più semplice e i numeri relativi alla ludopatia in Italia sono impressionanti.
Nel 2017, stando ai dati ufficiali dei Monopoli di Stato rielaborati da Maurizio Fiasco, presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, gli italiani hanno speso complessivamente 101,85 miliardi di euro. Un aumento del 6 per cento rispetto al 2016 e del 142 per cento sul 2007. Con una spesa pro capite, tra i cittadini con più di 18 anni, di 1.697 euro. Prato si aggiudica la maglia nera con una quota pro capite pari a 3.796 euro. Seguita poi da Teramo e Pescara dove la quota pro capite si aggira intorno ai 2400 euro. All’ultimo posto le province di Cagliari, Trento ed Enna, qui la spesa ammonta tra i 1000-1500 euro. Per informazioni e contatti basta collegarsi al sito www.giocatorianonimi.org.
Vincenzo Brunelli