
Maxioperazione contro le luci natalizie pericolose e illegali, indagini anche a Lucca. La compagnia della Guardia di finanza di Gorizia, nell’ambito dei controlli per verificare la regolarità delle merci in entrata ed uscita dal territorio nazionale, ha sottoposto a sequestro, nelle scorse settimane, tra Gorizia e Roma, un rilevante quantitativo di luminarie natalizie a led, oltre 70mila, del valore commerciale di circa 1 milione e 750mila euro, rivelatesi non conformi e pericolose, denunciando quattro persone per commercializzazione di prodotti industriali pericolosi e con segni mendaci.
Le indagini hanno avuto origine dal fermo, avvenuto durante un posto di controllo nei pressi del casello autostradale Lisert nel comune di Doberdò del Lago, di un autoarticolato proveniente dalla Slovenia, il cui conducente, alla richiesta di esibire la documentazione di viaggio relativa alla merce trasportata nel rimorchio container, aveva consegnato una lettera di vettura internazionale priva della descrizione dei prodotti trasportati (suddivisi in 2110 colli per 50640 articoli) e che riportava quali acquirenti e destinatari tre imprese, gestite da soggetti di nazionalità cinese, con sedi tra le province di Lucca, Prato e Roma.
L’assenza di dati e informazioni inerenti i prodotti trasportati aveva indotto le fiamme gialle goriziane a chiedere al conducente la rimozione dei sigilli apposti sul container, rilevando che gli articoli consistevano in luminarie natalizie a led contraddistinte dal simbolo ‘Ce. Le successive indagini hanno permesso di accertare che le luminarie erano prive delle dichiarazioni Ue di conformità ai requisiti minimi di sicurezza sulla bassa tensione (direttiva 2014/35/Ue) ed ai requisiti essenziali sulla compatibilità elettromagnetica (direttiva 2014/30/Ue), delle descrizioni dei prodotti e delle istruzioni per l’uso, della documentazione tecnica specifica, delle indicazioni sul rischio fotobiologico, obbligatorie per prodotti utilizzanti sorgenti luminose con tecnologia led. Si è verificato, in particolare, che sia sulle confezioni delle luminarie sia sulle stesse luci, su cui non poteva essere dunque apposta la marcatura ‘Ce, erano state apposte fallaci informazioni sulla possibilità di utilizzare le stesse anche in ambienti esterni ed in caso di pioggia, nonostante fossero dotate della classica presa da interno e le luci non fossero predisposte per pioggia, neve ed altri agenti atmosferici.
Alcuni prodotti, inoltre, presentavano il cavo di alimentazione di lunghezza inferiore a quanto prescritto dalle normative. In altri casi il numero reale di led costituenti le catene luminose non corrispondeva a quello indicato sugli imballaggi e sulle etichette apposte. Le 50640 luminarie, che erano state acquistate per circa 30mila euro e che sarebbero state rivendute ad un prezzo medio di circa 25 euro, per un totale di oltre 1 milione e 250mila euro, sono state pertanto sequestrate per impedire che fossero immesse nel mercato nazionale da parte degli acquirenti/destinatari del prodotti, denunciati insieme all’importatore comunitario per commercializzazione di prodotti industriali pericolosi e con segni mendaci ai sensi degli articoli 517 del codice penale e 112 del codice del consumo.
Le successive indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Gorizia, Laura Collini, consistite in perquisizioni locali e domiciliari eseguite tra le province di Bergamo, Lucca, Prato, Catania e Roma, con il supporto dei reparti competenti per territorio e l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno permesso di sequestrare a Roma ulteriori 20mila luminarie simili a quelle cautelate a Gorizia, del valore di circa 500mila euro. Una delle imprese coinvolte nel traffico internazionale di prodotti non conformi è stata anche denunciata per responsabilità amministrativa ai sensi dell’articolo 25 bis 1 (delitti contro l’industria e il commercio) del decreto legislativo 231/2001, essendo l’amministratore autore di una violazione penale che configura la responsabilità degli enti per gli illeciti dipendenti da reato. L’attività di servizio svolta dalla Guardia di finanza di Gorizia, volta alla tutela dei consumatori e degli operatori economici onesti, che importano e mettono in vendita merci dalle caratteristiche qualitative certe e rispondenti alle normative nazionali e comunitarie, rientra in una specifica analisi di rischio diretta a verificare il commercio di prodotti che dalla Cina giungono in Italia dopo aver eseguito le operazioni di sdoganamento in paesi limitrofi quali la Slovenia, la Slovacchia, la Croazia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Bulgaria.