La figlia del detenuto morto: “Non c’è giustizia”

3 gennaio 2019 | 12:39
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La figlia del detenuto morto: “Non c’è giustizia”

“Mi rattrista che un uomo malato solo perché ha commesso degli errori debba essere lasciato senza cure”. E’ uno sfogo doloroso quello che Michelle affida ad un toccante post su Facebook. La figlia di Massimo Tamagnini, il 55enne originario della Garfagnana ma che da tempo risiedeva a Lucca, morto dopo un malore nel carcere San Giorgio dove era detenuto, si dice “arrabbiatissima”.
“Mi rattrista a 19 anni avere la consapevolezza che l’Italia non funziona, avere la consapevolezza che le ingiustizie non vengono pagate, avere la consapevolezza che il posto dove io sono nata non possa essere all’altezza delle mie aspettative – scrive la giovane su Facebook -. Mi rattrista che un uomo malato solo perché ha commesso degli errori debba essere lasciato senza cure, mi rattrista che io debba perdere a 19 anni mio padre e continuare la mia vita senza di lui sapendo che quando lui aveva bisogno di qualcuno che non c’è stato”. Michelle continua ad essere decisa a fare luce su quanto accaduto al padre. Un’inchiesta è stata aperta dalla procura: “Ma non sappiamo più niente”, ammette.

“Sono arrabbiata  – scrive ancora su Facebook -. Anzi arrabbiatissima che qualcuno abbia dovuto rovinare la mia vita perché quel giorno o quegli anni non ha voluto fare il suo dovere. Mi rattrista che tutte le persone a cui io voglio bene adesso stiano male perché c’è stato portato via un pezzo della nostra vita. Mi rattrista che questo mondo debba essere così crudele e mi rattristerà quando vedrò che per mio papà non ci sarà stata giustizia perché sono sicura che chi ha più potere vincerà come è sempre successo. Sono sicura che a mio padre non verrà fatta nessuna giustizia. Sono sicura che a chiunque succederà quello che è successo a lui purtroppo non verrà dato indietro niente. Mi rattristerà quando vedrò che questa storia non sarà più considerata da nessuno”.