
Popolare cartomante sotto ricatto, due le persone indagate per estorsione e minacce. Il mago della Versilia secondo l’accusa sarebbe vittima di padre e figlio ai quali avrebbe corrisposto somme di denaro in cambio del silenzio su alcune vicende e dell’impegno scritto di non procedere a vertenze sindacali e cause di lavoro nei suoi confronti. Ora i giudici cittadini hanno chiuso le indagini e sono pronti a chiedere il rinvio a giudizio per i due indagati viareggini.
I fatti risalgono allo scorso inverno quando uno dei due indagati, il padre del secondo indagato, che lavorava presso lo studio del noto cartomante e sensitivo, ha iniziato a fare richieste di denaro. Dapprima avrebbe preteso il raddoppio dello stipendio mensile in qualità si segretario del mago e poi si sarebbe fatto consegnare circa 10mila euro in contanti sempre in cambio del suo silenzio. L’uomo avrebbe estorto il denaro all’astrologo e sensitivo al fine di non raccontare alla guardia di finanza alcune cose di cui era a conoscenza e anche per evitare di farli una causa di lavoro per le mansioni svolte senza le coperture assicurative e altri adempimenti. Addirittura si era arrivati ad un accordo scritto. Ma quando il mago esasperato dalle richieste di denaro aveva licenziato l’uomo dalle richieste di tipo estorsivo si è passati alle minacce di morte, secondo gli inquirenti. Il figlio inizia una serie di telefonate minacciose e di messaggi di morte, secondo l’accusa, che avrebbero portato poi il cartomante a rivolgersi alle forze dell’ordine e successivamente alla magistratura che ora hanno chiuso le indagini dopo aver verificato le varie dichiarazioni del mago. Prossima tappa per i due indagati sarà il gup del tribunale di Lucca per l’udienza preliminare nella quale accusa e difesa potranno esporre le proprie ragioni e richieste.
Vincenzo Brunelli