
E’ entrato in aula sorprendendo un po’ tutti. Per lui era la prima volta, visto che al processo di Lucca non aveva mai partecipato. E invece stamani (22 gennaio) Mauro Moretti, ex ad di Fs, era presente in aula a Firenze per la ripresa del processo d’appello per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009: 32 le persone morte per l’esplosione e l’incendio seguito alla fuoriuscita di gpl da un carro cisterna deragliato alla stazione ferroviaria della cittadina della Versilia.
Moretti arrivando è stato avvicinato dai giornalisti ma non ha rilasciato dichiarazioni. E’la prima volta che l’ex ad di Fs si presenta a un’udienza del procedimento che lo vede tra gli imputati e dove ha già ricevuto una condanna in primo grado. In aula Moretti si è seduto accanto al suo difensore Armando D’Apote. Il
processo d’appello è ricominciato con la lettura della relazione da parte del giudice consigliere Giovanni Perini. “Finalmente – commenta il consigliere regionale del Pd, Stefano Baccelli, presente in aula in rappresentanza della Regione Toscana – il processo inizia davvero dopo che, alla scorsa udienza, sono state respinte tutte le eccezioni preliminari delle difese volte ad azzerare l’intero processo di primo grado. E finalmente è presente Mauro Moretti, condannato in primo grado a 7 anni di carcere. Finalmente perché Moretti, sino ad oggi, era stato dichiarato contumace, non essendosi mai presentato ad alcuna delle oltre 140 udienze del processo di primo grado a Lucca. Comportamento che ho sempre considerato irrispettoso, sia nei confronti delle vittime e dei loro familiari, i quali hanno invece vissuto e sofferto udienza per udienza il dolorosissimo percorso processuale, sia nei confronti degli stessi magistrati inquirenti e giudicanti. Mettiamola così, Moretti, dopo aver ‘salato’ per ben 140 volte, come uno scolaretto indisciplinato ed irresponsabile che mostra alterigia nei confronti della valutazione dei suoi professori’ ed essere stato condannato in contumacia, alla fine ha il buon gusto di sottoporsi direttamente al giudizio di un Tribunale della Repubblica Italiana”.