
Un esposto alla Corte dei Conti per sbrogliare la situazione degli spazi (il padiglione nuovo, ndr) e dei materiali inutilizzati alla Casa circondariale san Giorgio di Lucca: è l’idea che emerge oggi (1 febbraio), da parte del consigliere Nicola Buchignani, in seno alla Commissione politiche sociali. L’esborso – come spiega la garante dei detenuti, l’avvocato Mia Pisano – di 900mila euro “ad oggi si è tradotto in un nulla di fatto. Una parte di quei soldi, peraltro, poteva essere utilizzata per assumere nuovo personale, cronicamente carente”. Una proposta, questa, che incontra l’approvazione degli altri consiglieri, disposti a valutarla come extrema ratio.
L’amministrazione comunale, nel frattempo, dà ufficialmente il “via” ad una serie di progetti finanziati all’interno del San Giorgio: “La prima iniziativa – ricorda l’assessore Lucia Del Chiaro – è un corso che faremo insieme al Comune di Capannori per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Poi organizzeremo un corso di cucina per 15 detenuti (2 giorni a settimana per 100 ore totali, ndr) ed attività ludico ricreative da affidare alla società Libertas. Lavoriamo anche con il gruppo volontari carcere: abbiamo chiesto loro di aiutarci a rilanciare il tema del volontariato all’interno del carcere”.
Questioni, quelle rappresentate, che innescano una serie di nodi a cascata. Spazi che non possono essere aperti, corsi che rimangono in stand by, possibilità di riabilitazione e reinserimento sociale che vengono distillate nel tempo, invece di scorrere fluide. E’ la fotografia che affiora dalla lettura fornita dalla garante dei detenuti. Una relazione annuale, la sua, che espone criticità e proposte ai consiglieri ed all’assessore Lucia Del Chiaro.
I problemi restano noti. In primis, come detto, le lacune legate al personale: “Un tema dilagante a livello nazionale – spiega Pisano, giunta alla fine del triennio di mandato – e particolarmente ingente a Lucca, anche alla luce dell’impossibilità ad oggi di aprire un’intera sezione (proprio per l’assenza di personale, ndr) che resta ancora in blocco. Servirebbero nuovi innesti ed un ricambio costante. Questo consentirebbe ai detenuti di vivere in modo sicuramente più dignitoso”. Un’area, viene ricordato, che donerebbe anche maggiore respiro alle attività pensate per coinvolgere e recuperare i detenuti (dai corsi di cucina all’istruzione).
Inoltre “poter lavorare di più all’interno della struttura – prosegue Pisano – si tradurrebbe in una gratificazione per gli ospiti del San Giorgio, li formerebbe, permetterebbe di mandare qualche soldo alle famiglie”.
In cantiere per l’anno prossimo, intanto, c’è il progetto di far presentare ad un detenuto un libro che racconta la sua storia di riabilitazione: “Oggi – afferma la garante – collabora con uno studio legale, grazie alle competenze giuridiche maturate in carcere. Vorremmo che diventasse un esempio per i detenuti e per le scuole locali: i bambini devono comprendere che, dentro al carcere, si può anche ricominciare”.
Oltre a questo, per la salute fisica e mentale dei detenuti, è vitale che venga utilizzata una palestra. “Altrimenti – precisa la garante – sono costretti a passare tutto il tempo a dormire o a transitare per i corridoi, dove è sufficiente uno sguardo sbagliato perché si creino problematiche che il personale non riesce a gestire”.
Paradossale, per certi versi, la situazione vissuta dai detenuti: “Hanno soltanto una televisione con sette canali – puntualizza Pisano – perché l’attuale direzione ritiene che non ci siano i fondi per sostenere questo genere di spese. Il direttore Ruello, del resto, deve far tornare i conti all’interno di una struttura vetusta”. Un impegno, quest’ultimo, che i consiglieri presenti in Commissione si impegnano ad affrontare, a patto che si tratti di una questione meramente economica. Particolari, questi, che rischiano di alimentare un malumore già più che latente all’interno del San Giorgio: “Un detenuto – l’episodio raccontato – è stato sanzionato perché in possesso di due sveglie. La persona che era uscita prima di lui gli aveva donato la sua, ma il regolamento impone che non si possano ricevere oggetti da altri detenuti”.
Un altro colpo ferale alla vita del carcere viene inferto “dall’immobilismo di chi potrebbe dare una mano”: “Fa male – l’appello già noto di Pisano – che nella città del volontariato manchino associazioni disposte ad aiutarci a tenere aperti i locali”.
Per il consigliere Fabio Barsanti “è necessario che l’amministrazione continui a sollecitare le istituzioni affinché si sblocchino situazioni annose, come quella legata alla mancata apertura del padiglione nuovo”, mentre il consigliere Di Vito invita alla praticità “per risolvere situazioni piccole, ma importanti, come quelle legate alla televisione. L’attività fisica, poi,è fondamentale: consente di scaricare le tensioni accumulate”. Una situazione che, per il consigliere Pilade Ciardetti, “Deve essere risolta al più presto, insistendo con il nuovo Governo per tutelare la dignità dei detenuti”.