
Nessuna responsabilità del maestro Alberto Veronesi per l’infortunio di un artista durante l’esecuzione di Turandot di quattro anni fa al Gran teatro. Così, accogliendo l’impostazione della difesa, arricchita dalla preziosa consulenza tecnica di Pasquale Sgrò, ha deciso il tribunale di Lucca dove il caso era finito. Il tenore Marco Voleri si era infortunato, secondo quanto ricostruito all’epoca dall’accusa, per il cedimento di una piattaforma durante la messa in scena e per quell’episodio era finito alla sbarra il presidente e direttore Alberto Veronesi che è stato assolto al processo che lo vedeva imputato per le lesioni all’artisti.
Lo rende noto il legale di Veronesi, l’avvocato Riccardo Carloni che si è avvalso, per il processo, della decisiva consulenza di Pasquale Sgrò, che a Viareggio gestisce una importante azienda specializzata nelle consulenze sul lavoro e soprattutto in tema di prevenzione degli infortuni.
Grazie anche alle tesi dimostrate dalla difesa, con il sostegno del lavoro di consulenza, il tribunale di Lucca, stamani (11 febbraio), ha assolto Veronesi, a cui venivano contestate e le lesioni e la violazione di normative antifortunistiche. Ma grazie a quanto dimostrato dal consulente Pasquale Sgrò, noto professionista specializzato nella prevenzione e nelle norme antifortunistiche sul lavoro, il giudice ha deciso per l’assoluzione con formula piena “perché il fatto non costituisce reato”, in relazione alle lesioni colpose aggravate dal mancato rispetto della normativa in materia di sicurezza del lavoro. In questo modo ha accolto la tesi difensiva “dell’assoluta mancanza di profili di colpa del maestro Veronesi, da poche settimane presidente e quindi datore di lavoro della Fondazione”.
E’ stato poi assolto perché “il fatto non sussiste” dai capi d’accusa relativi a ulteriori specifiche violazioni prevenzionistiche. In conclusione, il Tribunale di Lucca ha accolto l’impostazione tracciata dalla difesa, anche sulla base delle indicazioni tecniche del consulente dottor Pasquale Sgrò che anche sugli ultimi capi d’accusa è stato decisivo nel dimostrare l’assenza di alcuna responsabilità da parte del presidente della Fondazione.
Il giudice si è riservato 90 giorni per il deposito della motivazione della sentenza.