Palestra “fantasma”, “Le Iene” prosciolte dalle accuse

Prosciolti da ogni accusa, perché il fatto non sussiste: queste le decisioni del gup del Tribunale cittadino per la trasmissione tv Le Iene. Anche grazie al loro servizio infatti era partita l’inchiesta della Procura di Lucca sulla chiusura della palestra Cocoon di San Filippo e sei persone erano finite nel registro degli indagati ma poi erano state tutte prosciolte con formula piena, perché il fatto non sussiste.
Una vicenda che aveva scatenato un polverone, con una vera e propria rivolta dei frequentatori della palestra che reclamavano i rimborsi (poi regolarmente versati dai soci). Uno dei soci, infatti, intervistato all’epoca in un servizio andato in onda a Le Iene, aveva sporto querela nei confronti della trasmissione perché si era sentito diffamato e ingiuriato. Nei guai ma poi assolti da tutte le accuse erano finiti Michele Gargiulo, 57 anni, di Livorno, amministratore unico della palestra Cocoon società sportiva dilettantistica srl e gestore tecnico e amministrativo della società; Gaetano Bimbi, 63 anni, di Lucca, per l’accusa socio al 20% della palestra Cocoon e organizzatore dei corsi e delle attività in palestra e in realtà solamente un mero istruttore; Michele Valter Civitavecchia, 52 anni, residente a San Marco, socio al 30% incaricato di impartire disposizioni sulla promozione e sugli abbonamenti; Maurizio Esposito Vangone, 36 anni, nato a Livorno e residente a Pisa, socio al 20% e gestore tecnico e amministrativo della Cocoon; Ersilia Bucur, 31 anni, rumena, residente a Cascina, socio al 30% e gestore tecnico e amministrativo della società e Antonio Passerai, 57 anni, nato a Casciana Terme e residente a Cascina, di fatto gestore tecnico e amministrativo della società. Per tutti loro le accuse erano cadute. E Gaetano Bimbi, che era stato avvicinato dalla troupe della trasmissione televisiva, aveva ottenuto dalla Procura lucchese la richiesta di rinvio a giudizio per diffamazione e ingiurie lo scorso anno. Ma i responsabili della nota trasmissione televisiva, gli autori e l’inviato sono stati anche loro prosciolti da ogni accusa. Tutti i protagonisti della vicenda hanno agito quindi senza infrangere la legge. Caso concluso.
Vincenzo Brunelli