Maltrattamenti a ex moglie, chiesto processo per Cipollini

8 marzo 2019 | 08:56
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Maltrattamenti a ex moglie, chiesto processo per Cipollini

Ancora guai giudiziari per l’ex campione del mondo di ciclismo Mario Cipollini. Il 20 marzo prossimo Re Leone dovrà presentarsi in aula davanti al gup del Tribunale cittadino per difendersi dalle accuse degli inquirenti che vorrebbero processarlo per maltrattamenti e stalikng. Le accuse sono riferite a presunti episodi di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti della ex moglie. La denuncia era stata presentata in questura il 9 gennaio 2017 dalla ex moglie del campione Sabrina Landucci. La procura cittadina aveva quindi aperto un fascicolo d’inchiesta contro Cipollini e ne ha richiesto il rinvio a giudizio.

L’episodio cui fa riferimento la denuncia si sarebbe svolto alcuni mesi prima della denuncia all’interno di una palestra dove, davanti anche da alcuni testimoni, la donna sarebbe stata afferrata violentemente per il collo e costretta a fare ricorso alle cure del pronto soccorso. A luglio del prossimo anno Re Leone dovrà comparire in aula per difendersi in dibattimento dalle accuse degli inquirenti cittadini che hanno ottenuto il rinvio a giudizio in un altro procedimento giudiziario a suo carico dove è accusato di lesioni e minacce nei confronti della sorella. Sempre secondo gli inquirenti, le avrebbe poi afferrato con polsi con forza e afferrata dal torace. Mentre la percuoteva – è sempre la ricostruzione dell’accusa – Re Leone avrebbe anche minacciato lei e altri componenti della famiglia. Tutte queste circostanze presunte di cui è accusato l’ex campione di ciclismo dovranno ora essere provate in un’aula di tribunale durante il processo che si svolgerà a Lucca il mese di luglio  prossimo. Il prossimo 20 marzo intanto sarà il gup a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per maltrattamenti, denunciati dalla ex moglie, dopo aver ascoltato le tesi difensive dell’ex campione di ciclismo che ora, a fine carriera, sta affrontando altre gare di diverso tipo nelle aule del tribunale lucchese.

Vincenzo Brunelli