‘Cartello’ sulle tariffe, condannato consiglio provinciale dei notai

19 marzo 2019 | 11:01
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‘Cartello’ sulle tariffe, condannato consiglio provinciale dei notai

È vietato tentare di uniformare le condotte di prezzo dei notai, nel distretto di Lucca così come nelle altre province italiane. Questo secondo il Consiglio di Stato che ha condannato e sanzionato il Consiglio notarile lucchese per aver violato, in anni passati, le norme sulla concorrenza. Una sentenza del Consiglio di Stato chiude un lungo e complesso iter giudiziario che ha visto protagonisti l’Antitrust da un lato e il Consiglio notarile lucchese dall’altro. Ma la vicenda è conclusa solo in parte. Oggetto del delicato contenzioso una sanzione dell’Antitrust nei confronti del Consiglio notarile di Lucca e l’invito ad astenersi in futuro da comportamenti analoghi a quelli oggetto dell’infrazione accertata.

Alla base del provvedimento e del contenzioso amministrativo, durato circa dieci anni, un prontuario che era stato consegnato a tutti gli iscritti da parte del Consiglio notarile provinciale nel 2009 che intendeva uniformare i prezzi per i servizi dei notai operanti nel distretto, e che invitava i notai lucchesi all’adozione di quattro tariffari, di fatto relativi ad alcune prestazioni notarili, soprattutto mutui e compravendite immobiliari, offerte nell’ambito del distretto di Lucca, nonché l’adozione di ulteriori delibere volte ad introdurre un sistema di monitoraggio a garanzia dell’applicazione uniforme di prezzi individuati nei tariffari da parte degli iscrittii. L’infrazione aveva avuto una durata di circa tre anni fino al 2012 quando il consiglio notarile aveva poi inviato una comunicazione ai notai del distretto per informarli della intervenuta revoca della delibera con cui erano stati adottati i “prontuari”. Di fatto i notai lucchesi in quegli anni avevano quindi dovuto – secondo la ricostruzione fatta – adeguare le tariffe proposte ai clienti. Chi non si uniformava a tale invito, questo secondo quanto ricostruito dal Consiglio di Stato, avrebbe rischiato un procedimento disciplinare interno. Un notaio lucchese si era opposto a tale sistema ed aveva dovuto infatti affrontare il procedimento disciplinare avviato dal Consiglio notarile di Lucca. Da tali procedimenti disciplinari il notaio  era uscito completamente assolto. A quel punto, però, era intervenuta l’Antitrust che aveva deciso di comminare una sanzione al Consiglio notarile lucchese diffidandolo da emanare ulteriori delibere interne, a suo dire, in violazione del regime di concorrenza.  L’Antitrust, quindi, aveva rilevato la natura degli atti contestati riconducibili al Consiglio lucchese dei notai, evidenziando di ritenere che i quattro “tariffari” adottati il 24 giugno 2009 al mese di aprile del 2012 erano stati introdotti per perseguire l’applicazione uniforme, da parte dei notai operanti nel distretto di Lucca, dei prezzi relativi agli atti di maggiore diffusione quali potevano essere ritenuti quelli di compravendita immobiliare e mutuo fondiario, di fatto, secondo l’autorità, livellandoli verso l’alto. Da quel momento era iniziato il contenzioso giudiziario che prima al Tar del Lazio e oggi al Consiglio di Stato ha visto prevalere la tesi dell’Antitrust e del notaio lucchese che aveva dato origine all’intera vicenda. Un lungo braccio di ferro sul quale adesso i giudici di Palazzo Spada hanno scritto la parola fine. Il Consiglio notarile lucchese avrebbe insomma, per i giudici, violato le norme sulla concorrenza e dovrà pagare la sanzione di circa 20mila euro. Sui procedimenti disciplinari interni invece nel frattempo è cambiata la giurisprudenza e l’Antitrust non può più intervenire in questioni simili. Scrive il Consiglio di Stato in sentenza: “L’abrogazione dell’obbligatorietà delle tariffe fisse nel 2006 (e successive modifiche fino al 2012), con la conseguente conformazione delle norme deontologiche e dei codici di autodisciplina, mira a rafforzare la libertà di scelta del cittadino consumatore e la promozione di assetti di mercato maggiormente concorrenziali, anche al fine di favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione, rendendo possibile la libera concorrenza nel settore dei servizi professionali e garantendo agli utenti un’effettiva facoltà di scelta nell’esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato. L’abrogazione della obbligatorietà di tariffe fisse o minime riguarda la generalità delle professioni, senza eccezione alcuna”.  Ogni studio notarile è libero di stabilire autonomamente a quanto ammonta l’onorario per la stipula di ogni singolo atto. L’attuale presidente del consiglio notarile di Lucca, Francesco De Stefano, prendendo atto della sentenza del Consiglio di Stato in merito alla sanzione per le infrazioni dell’epoca, intende sottolineare che dieci anni fa non erano ancora state abrogate le tariffe e che comunque i colleghi dell’epoca avevano solo inteso tutelare i diritti dei cittadini ad avere prestazioni professionali di alto livello che non possono prescindere da un compenso adeguato. “Attualmente – afferma De Stefano – si sta andando verso una sorta di equo compenso per i notai, perché l’abrogazione tout court della tariffe professionali ha creato una sorta di vulnus tra il diritto dei cittadini e quelli della categoria dei notai, come di altre categorie. L’Antitrust ha esigenze differenti dalle nostre ma noi notai dobbiamo tutelare cittadini e professionsti perché in realtà si tratta della stessa e identica tutela. Un servizio di qualità non può costare meno di un tot, per intenderci, perchè altrimenti non sarebbe appunto un buon servizio”. Le leggi sono cambiate nel tempo, così come le esigenze e il modus operandi, e al di là delle sentenze l’importante è tutelare gli interessi dei cittadini che, come ha sottolineato il presidente del consiglio notarile lucchese “non sono affatto in contrasto con gli interessi della categoria, anzi, si tratta di un unico obiettivo comune, dove il cittadino deve avere accesso a servizi eccellenti e pagarli né troppo né troppo poco, proprio per non rischiare in termini di qualità”.  

Vincenzo Brunelli