
di Roberto Salotti
Sono accusati di aver offeso e minacciato il loro prof di italiano e storia, riprendendo le angherie al docente in classe e poi scherzandoci nelle chat. Quei quattro video che hanno scioccato la città e non solo, ripresi all’Itc Carrara di Lucca, hanno fatto il giro del web e portato alla luce un gravissimo episodio di bullismo, stavolta non tra coetanei, ma di giovani – tutti minorenni – nei confronti di un loro stesso educatore. Per quei fatti avvenuti nell’aprile scorso, i sei giovani imputati dovranno ‘scontare’ la messa alla prova: per loro si apre una fase di lavori socialmente utili, e di studio “sotto controllo” dei giudici del tribunale dei minori ai quali dovranno dimostrare di aver assolto ai loro obblighi.
In cambio otterranno il perdono giudiziale, la cancellazione – almeno sul fronte penale – di quello di cui erano stati accusati, dalle indagini svolte da polizia postale e squadra mobile di Lucca. Così ha deciso oggi (26 marzo) il giudice per le udienze preliminari del tribunale dei minori di Firenze che ha esaminato il caso. Il giudice ha accolto la richiesta del pm – che era poi quella fin dall’inizio sostenuta dagli avvocati difensori dei 6 ragazzi imputati. Soltanto per uno di essi – che attualmente studia in un college all’esterno – la posizione non è stata definita. Sarà presa una decisione nell’udienza fissata al prossimo 14 novembre, quando sarà fatta una verifica della messa alla prova. In quel caso i giudici decideranno, dopo aver valutato il progetto formativo o lavorativo di ciascuno dei ragazzi, se la messa alla prova sarà stata assolta e quindi potrà essere per essi estinto il reato, oppure no.
Da parte delle famiglie e degli avvocati della difesa un sospiro di sollievo, dopo un lungo iter giudiziario e, prima ancora, una grandissima esposizione mediatica dei ragazzi, tre dei quali erano stati espulsi dall’Itc Carrara (altri due sospesi fino alla fine dell’anno, un sesto invece soltanto per 15 giorni). La vicenda era esplosa dopo che i 4 video erano ‘sfuggiti di mano’ agli studenti che li avevano fatti con il cellulare in classe. Passati di telefono in telefono, sono arrivati sui social e quindi all’attenzione della procura, che ha trasmesso poi l’informativa agli inquirenti del tribunale dei minori di Firenze. Tutti gli studenti coinvolti in questo brutto capitolo hanno proseguito a studiare (in altre scuole) e soltanto uno di loro ha iniziato un percorso per essere avviato al mondo del lavoro.