Cuoco ucciso, continue liti con i coinquilini

18 aprile 2019 | 15:23
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Cuoco ucciso, continue liti con i coinquilini

Il gioco, l’alcol, le continue liti. Il clima era pesante da tempo, in quei pochi metri quadrati trasformati in un appartamento dove era facile che la tensione arrivasse alle stelle. Uno spazio angusto, per quattro persone. Evidentemente troppo. Ed è tra i rapporti tra Roshan Silva Kalukankanamalage, il cuoco ed ex militare di 50 anni ucciso in quell’appartamento di via del Toro, in pieno centro storico, e i suoi due coinquilini, il 28enne  Gayan Chaturanga Warnakulasuriya Mudianselage e il 36enne Samit Gayan Poruthotage Fernando che gli inquirenti, che accusano questi ultimi dell’omicidio volontario dell’amico (Leggi), stanno scandagliando.

Loro non collaborano. Portati in questura già dalla mattina di ieri (17 aprile) a poche ore dalla scoperta in camera da letto del cadavere martoriato del 50enne, colpito a pugni e ferito a coltellate, non hanno risposto alle domande del sostituto procuratore Salvatore Giannino che in tarda giornata li ha interrogati negli uffici della polizia, dopo una giornata in cui gli investigatori della squadra mobile e quelli della scientifica hanno raccolto numerosi indizi nell’appartamento dove, secondo la loro ricostruzione, si sarebbe svolto in furibondo litigio, che si è poi trasformato in violenza cieca e quindi omicidio.
Domani mattina sarà la volta dell’interrogatorio davanti al gip, che dovrà decidere se confermare il fermo per entrambi. La polizia ritiene di aver raccolto prove importanti, ma i due fermati al momento non sono di alcun aiuto. Poi c’è Fiona Sherien Grigson, l’ex bandante 55enne, compagna della vittima. E’ uscita da questa vicenda in stato di forte choc: con lei la vittima aveva avuto un violento litigio qualche ora prima di morire. Erano circa le 22,30 – è stato ricostruito – quando se ne era uscita di casa, dopo aver chiamato il 112 e aver fatto arrivare sul posto i carabinieri, raccontando di essere stata aggredita. Soltanto al mattino, quando era stata dimessa dall’ospedale,  dove era stata trasferita per un malessere, aveva fatto scattare l’allarme, raccontando l’accaduto ai poliziotti in questura. Al loro arrivo nell’appartamento al primo piano del civico 21 di via del Toro, la scoperta del cadavere.
C’è un lasso di tempo da ricostruire insieme al movente del delitto: cosa è accaduto in quella casa dalle 22,30 di martedì sera alle 9 del mattino successivo? Attorno alla mezzanotte alcuni vicini raccontano di aver sentito gridare, qualcuno che stava litigando nell’appartamento. Poi il silenzio, quasi anonimo, di quel tratto di strada nel cuore del centro storico.
“Le liti erano all’ordine del giorno in quella casa”, ha raccontato un nipote della vittima. I motivi erano legati alla loro “stretta convivenza”, ma più spesso l’ira si accendeva con la complicità dell’alcol. Roshan Silva e Samit Gayan avevano entrambi il vizio del bere: “Spesso alzavano il gomito, poi litigavano”. Ma non c’era soltanto questo, c’erano anche le scommesse sportive, le vincite ma anche le perdite al gioco. Lo hanno raccontato i parenti della vittima, arrivando sotto casa disperati e increduli per quello che era accaduto.
Forse durante una di queste liti la violenza è degenerata? Risposte più precise, oltre che dalle indagini, potranno arrivare dall’autopsia che sarà svolta sabato mattina (20 aprile) all’obitorio del Campo di Marte di Lucca dal medico legale Stefano Pierotti che ieri ha svolto un primo sopralluogo e un esame del cadavere sulla scena del delitto. La morte, che potrebbe risalire a qualche ora prima dal ritrovamento del cadavere, sarebbe da collocare proprio nell’arco di tempo dalle 22,30 di martedì all’alba del mercoledì, ma la certezza potrà arrivare soltanto quando sarà compiuto l’esame autoptico. Intanto i due fermati sono stati condotti in carcere dove domani saranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari.

Rob. Sal.