Cuoco ucciso, i due coinquilini fermati dal gip

18 aprile 2019 | 10:16
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Cuoco ucciso, i due coinquilini fermati dal gip

Sono stati torchiati per ore in questura dagli inquirenti che li ritengono responsabili della morte del loro coinquilino ma hanno fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. Sarà il gip ora a decidere, nell’udienza di convalida fissata per domani (19 aprile), del fermo dei due indiziati per l’omicidio di Roshan Silva Kalukankanamalage, il cuoco ed ex militare dell’esercito di 50 anni, trovato cadavere nell’abitazione di via del Toro in centro a Lucca, dove era andato a vivere con la sua compagna (Articolo, foto e video). Nelle ore trascorse negli uffici della polizia, si sarebbe comunque aggravata la posizione del 28enne Gayan Chaturanga Warnakulasuriya Mudianselage e del 36enne Samit Gayan Poruthotage Fernando, fermati ieri subito dopo la scoperta del cadavere dell’amico da parte della polizia che si è presentata a casa del cuoco, dopo che la compagna, dimessa dall’ospedale per una furiosa lite con lui la sera precedente, è andata a verificare la situazione.
Dai due indiziati, comunque, nemmeno una parola. Per ora, infatti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

L’ipotesi emersa dalle prime indagini è che siano stati loro due, alle prime ore del mattino di ieri (17 aprile) e dopo un primo litigio che si sarebbe verificato nella serata di martedì, a provocare la morte dell’ex militare e aiuto cuoco di 50 anni. Colpendolo a pugni e ferendolo con un coltello o con qualche oggetto afferrato in casa durante la colluttazione e usato per infierire sulla vittima. Che si è difesa, alzando le mani come a coprirsi il viso. È questo che potrebbe spiegare le ferite da taglio sui polsi che in un primo momento avevano fatto pensare ad un suicidio.
Una ipotesi che è stata subito scartata dagli investigatori della squadra mobile diretti da Silvia Cascino e coordinati dal sostituto procuratore Salvatore Giannino: il sopralluogo della scientifica e del medico legale Stefano Pierotti hanno confermato che quella era una scena del delitto.
La disposizione del cadavere, le ferite e i traumi che presentava (compatibili con un’aggressione a mani nude) e la disposizione delle tracce di sangue hanno fatto ritenere che si trattasse di un omicidio. L’ipotesi è quella di omicidio volontario in concorso, ma soltanto l’autopsia che domattina sarà affidata al medico legale Stefano Pierotti che la eseguirà sabato potrà chiarire le cause della morte di Roshan Silva. Il riscontro autoptico servirà anche a inquadrare meglio la situazione per gli inquirenti e a confermare o meno le ipotesi dell’accusa.

Roberto Salotti