In permesso ma fa secondo lavoro, agente a giudizio

17 maggio 2019 | 10:55
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In permesso ma fa secondo lavoro, agente a giudizio

Agente di polizia rinviato a giudizio per truffa aggravata. L’uomo, dipendente del ministero dell’interno in qualità di poliziotto, il prossimo 13 dicembre dovrà presentarsi in aula nel tribunale di Lucca, in composizione monocratica, per difendersi dalle gravi accuse degli inquirenti.

Secondo i magistrati, infatti, avrebbe svolto un doppio lavoro approfittando di giorni di permesso nei quali invece avrebbe dovuto assistere il genitore invalido ai sensi della nota legge 104.
Ma lo scorso anno a seguito di indagini effettuate dalla stessa questura lucchese sarebbe emerso che nei giorni di permesso in realtà si recava in una rivendita commerciale di alimenti svolgendo attività lavorative in contrasto con il divieto assoluto per i dipendenti pubblici di lavorare altrove.
Per il gup che lo ha rinviato a giudizio a seguito della richiesta degli inquirenti ci sono gli estremi per il processo penale a suo carico per i reati ipotizzati di truffa aggravata ai danni della questura di Lucca e dell’Inps che ha erogato i benefici anche economici per l’assistenza al familiare invalido. Da qui anche l’ingiusto profitto sempre secondo l’accusa da cui è scaturito l’intero iter giudiziario.
La legge inoltre riferendosi al personale della polizia di stato, infatti, dispone che nessuno dei facenti parte delle forze di polizia può esercitare il commercio, l’industria né alcuna professione o mestiere o assumere impieghi pubblici o privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro, salvo i casi previsti da disposizioni speciali. La disposizione in esame lascia spazio a pochi dubbi interpretativi, poiché è stata ideata come norma di chiusura a salvaguardia del lavoro dei poliziotti, molto importante e delicato per tutta la società.
A dicembre l’inizio del delicato processo nel quale l’agente di polizia avrò modo di difendersi dalle accuse dei giudici lucchesi.

Vincenzo Brunelli