Per un pc rischia di non ottenere la cittadinanza

22 maggio 2019 | 15:08
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Per un pc rischia di non ottenere la cittadinanza

Dopo 8 anni vince la sua battaglia giudiziaria amministrativa contro il diniego del Viminale per ottenere la cittadinanza italiana. L’uomo, 45 anni di origini straniere, ma residente a Lucca da circa 20 anni, aveva tutti i requisiti per richiedere la cittadinanza italiana ma otto anni fa nonostante il tribunale cittadino avesse accolto la sua richiesta di estinzione di un reato minore si era visto opporre il diniego dal ministero dell’interno e aveva perso anche il primo grado di giudizio al Tar dove aveva proposto ricorso.

Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha invece accolto il suo appello e ribaltato la sentenza di primo grado annullando il diniego del Viminale all’ottenimento della cittadinanza italiana. Tutto era partito dall’acquisto di un computer attraverso i numerosi mercatini on line che vendono merce usata. L’uomo si era dato appuntamento in un bar cittadino dopo aver preso accordi telefonici con chi gli voleva vendere il computer e lo aveva infine comprato. Ma il pc era risultato provento di furto e nel 2009 gli era costato un decreto penale di condanna per incauto acquisto. Nel 2011 dopo aver pagato l’ammenda e trascorsi i due anni aveva quindi proposto richiesta al tribunale di Lucca di estinzione del reato, richiesta che era stata accolta. Ma dal Viminale non ne volevano sapere di concedergli la cittadinanza italiana e anche il Tar del Lazio gli aveva dato torto. Ora per lui la tanto attesa sentenza definitiva da parte dei giudici di Palazzo Spada che annulla il decreto del ministero dell’interno del 25 ottobre 2011, ai sensi e per gli effetti di cui in motivazione. La strada verso la cittadinanza italiana è di nuovo aperta e in discesa.

Vincenzo Brunelli