
A breve si recheranno in procura per conoscere, nel dettaglio, su cosa gli inquirenti cercano di fare chiarezza. Il sindaco di Altopascio, Sara D’Ambrosio, salirà al primo piano di via Galli Tassi, insieme ad altri tecnici e amministratori del Comune, che nel pomeriggio di ieri (31 maggio) hanno ricevuto le informative di garanzie e l’invito a comparire nell’ambito di un’indagine i cui contorni non sono ancora noti né agli indagati, né all’avvocato del primo cittadino, Riccardo Carloni, il quale si astiene da qualunque ipotesi. Nei corridoi della politica altopascese, si è diffusa la convinzione che la vicenda sotto la lente degli inquirenti possa essere quella relativa al fontanello di piazza Vittorio Emanuele, che come noto nel giugno di un anno fa fu sequestrato dalla polizia municipale, su delega per l’appunto della procura, per presunte difformità urbanistiche. “In realtà – spiega l’avvocato Carloni – non si conoscono i contorni dell’indagine per la quale sono state inviate le informative di garanzia. E francamente stupisce che a poche ore dalla notifica la notizia sia diventata già di dominio pubblico”.
Eppure, così è stato. E anche se dal Comune vige il più stretto (e comprensibile, anche alla luce degli ultimi fatti) riserbo, l’avvocato Carloni fa sapere che gli amministratori coinvolti si metteranno a completa disposizione degli inquirenti. Anche perché – prima eventualmente di difendersi – c’è da capire bene su cosa si sta indagando.
La vicenda del fontanello aveva riempito, come si sa, di polemiche il dibattito politico ad Altopascio, la scorsa estate. E del resto l’indagine era proprio nata dalla politica. Era stata l’opposizione, infatti, a presentare un esposto in procura, cui era seguito il sequestro del manufatto in realizzazione. Si ipotizzavano allora presunte difformità sul fronte edilizio e urbanistico nell’autorizzazione rilasciata per costruire l’opera, costata complessivamente 45mila euro.
L’obiettivo dell’indagine era quello di verificare le ipotesi di costruzione in abuso edilizio sollevate in un esposto da parte della minoranza. Il sequestro conservativo fu comunque un atto dovuto, per consentire agli inquirenti di fare luce una volta per tutte sul caso. E soprattutto per capire se esistano o meno profili di rilevanza penale o se la questione è da demandare alla giustizia amministrativa.