Morto a Viareggio il pittore Giorgio Michetti

17 giugno 2019 | 07:12
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Morto a Viareggio il pittore Giorgio Michetti
Morto a Viareggio il pittore Giorgio Michetti
Morto a Viareggio il pittore Giorgio Michetti
Morto a Viareggio il pittore Giorgio Michetti

Avrebbe compiuto 107 anni il prossimo dicembre. È scomparso questa mattina (17 giugno) Giorgio Michetti, uno dei simboli dell’arte viareggina. Attivo fino all’ultimo lascia un grande vuoto nella comunità artistica cittadina e nazionale.

L’amministrazione comunale ha inoltre messo a disposizione della famiglia Michetti le sale di Villa Paolina, per dare modo alla comunità intera di salutare il Maestro. La camera ardente sarà allestita al primo piano della villa da domani (18 giugno) dalle 15, fino a giovedì, giorno del funerale.
“La notizia della morte di Giorgio Michetti – commenta il sindaco Giorgio Del Ghingaro – è arrivata silenziosa e inaspettata. Mattina come tante a Viareggio, con la città che si prepara ad una giornata di sole. ‘L’ispirazione nasce dall’anima, nasce dal cuore – diceva – Se hai qualcosa dentro, allora hai qualcosa da esprimere’. E molto aveva ancora da dire Michetti 106 anni, quasi 107, vissuti con una verve e una lucidità da fare invidia ai giovani. Artista formidabile, uomo d’altri tempi: esempio e guida, storia egli stesso. Ricordo e modernità. Michetti se n’è andato questa mattina, senza troppo clamore. Nella semplicità che lo ha sempre contraddistinto: Viareggio, da oggi, dovrà imparare a fare senza”.
Cordoglio anche dal Partito Democratico della Versilia: “Se n’è andato in silenzio – si legge in una nota a forma del segretario Betti e del responsabile cultura Chiara Sachetti –  e ancora ci sembra di vederlo lì, nella sua ‘bottega’di via San Francesco a Viareggio a ideare, disegnare, dipingere e dispensare sapienza, come ha fatto senza risparmio negli ultimi decenni. Giorgio Michetti se ne va e la cultura versiliese rimane più povera, ma grata di averlo conosciuto, di avere un’altra stella nel firmamento pittorico che porta il nome di un viareggino. Condoglianze sincere alla famiglia da parte del Partito Democratico di Viareggio e dal gruppo cultura del Partito Democratico della Versilia”.
“La scomparsa del pittore viareggino Giorgio Michetti lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale e artistico della città e del suo territorio. Ai suoi familiari va il cordoglio mio personale e di tutta l’amministrazione provinciale che rappresento”. Così il presidente della Provincia Luca Menesini appena avuto la notizia del decesso dell’ultracentenario, amico dello scrittore Mario Tobino e dello scenografo Luciano Zacconi, che allestì la sua prima mostra pittorica personale a Castiglioncello a soli 17 anni, ma che poi la guerra in Etiopia e poi la seconda guerra mondiale distolsero dall’impegno artistico proseguito fino ai giorni nostri.
“Di lui – prosegue Menesini – ricordo, come tutti i grandi artisti e le persone di spessore, l’umiltà e la modestia, la sapienza e l’arguzia: un uomo dalla vitalità sorprendente anche nell’età nostro territorio. Nel gennaio 2018 l’emozione del maestro e di tutte le persone presenti a Villa Argentina fu palpabile quando Michetti tagliò il nastro all’inaugurazione della mostra L’alternarsi nel tempo nelle età di Giorgio Michetti promossa dalla Provincia di Lucca, dal Comune di Viareggio e dal Liceo Barsanti e Matteucci”.
I suoi numerosi quadri rimangono a testimonianza della sua grande arte, celebrata nel 2012 proprio dalla Provincia di Lucca con una mostra antologica Centannicompiuti allestita nelle prestigiose sale di Palazzo Ducale, promossa con la Fondazione Centro Studi sull’arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca curata da Antonella Serafini e dallo stesso inarrestabile e infaticabile Michetti.
Il Carnevale di Viareggio piange la scomparsa dell’artista Giorgio Michetti. Forte il suo legame con il mondo della cartapesta, che si concretizza sia attraverso la creazione di opere che hanno partecipato ai corsi mascherati, sia con la produzione di manifesti, due dei quali diventati ufficiali per presentare le edizioni 2005 e 2017 del Carnevale. La prima partecipazione fu nel 1949: Michetti vinse il concorso di quell’anno, nella categoria delle mascherate in gruppo, con l’opera Allegria express che raffigurava un allegro trenino carico di maschere, capitanato da Burlamacco. Nel 1952, invece, ha collaborato alla realizzazione della costruzione allegorica di seconda categoria La domenica giorno di riposo del bar Alceo. Due i manifesti ufficiali del Carnevale che portano la sua firma. Nel 2005 ha celebrato la manifestazione con un grande Pierrot a testa in giù, che salta nel cielo e le sue gambe divaricate diventano la V di Viareggio. Per l’edizione 2017 invece ha proposto un suo manifesto che esaltava il lato femminile del Carnevale. E proprio per il Carnevale 2019, dedicato alla donna, ha realizzato uno speciale manifesto, simbolo dell’iniziativa che la Fondazione ha voluto per dire no alla violenza di genere. Per celebrare la passione, la dedizione e l’impronta che Michetti ha lasciato nella storia ultracentenaria del Carnevale, al Museo in Cittadella verranno esposte – da mercoledì – quindici opere dedicate alla manifestazione, che lo stesso Michetti aveva donato alla Fondazione. Si potranno ammirare le opere negli orari di apertura del Museo: dal mercoledì alla domenica dalle 9 alle 13 e il sabato anche dalle 15 alle 19. Una speciale cartella con la ristampa di queste opere sarà in vendita e il ricavato devoluto in beneficenza.
La carriera Nato a Viareggio il 7 dicembre 1912, Michetti la sua adolescenza con altri viareggini destinati al successo: lo scrittore Mario Tobino e lo scenografo Luciano Zacconi. Frequentò il liceo artistico e l’Accademia di belle arti. Nel 1929, quando aveva 17 anni, allestì la sua prima mostra nella sala del comune di Castiglioncello. Si occupò a lungo di illustrazione e di grafica pubblicitaria continuando però a dipingere e a frequentare altri artisti viareggini: Renato Santini, Danilo Del Prete, Mario Marcucci, Alfredo Morescalchi e lo scrittore Silvio Micheli. Nel 1962 si trasferì a Milano e si dedicò alla pittura in modo esclusivo. Il suo linguaggio pittorico basato, in particolare, sulla riscoperta della tecnica dell’affresco, lo porta presto ad eseguire importanti opere pubbliche. La prima esposizione di successo è a Lugano in Svizzera ala Galleria Dante, nel 1966. All’inizio di maggio, nel suo studio a Viareggio, in via San Francesco, aveva aperto la sua ultima mostra: sotto il titolo Messi lì disegni a matita e a penna, carboncini, acquerelli, tempere-pastelli, oli, affreschi, come recitava un cartello dove si leggeva anche l’invito da ‘toscanaccio’ dell’artista: “Se vi garba vedè: entrate!”.