
Alla vigilia del decennale, sta per arrivare il secondo grado di giudizio per la strage che il 29 giugno del 2009 trasformò il cuore di Viareggio in un inferno di fuoco. Giovedì è infatti attesa la sentenza di secondo grado. Un processo lunghissimo, anche quello d’appello, celebratosi al palagiustizia di Firenze.
Ad ogni udienza erano “presenti” idealmente anche le 32 vittime del disastro, ricordate con gli striscioni fuori e con le loro facce sulle magliette che hanno idealmente occupato le sedie riservate al pubblico nell’aula in cui i giudici hanno tenuto udienze per quasi sei mesi. Ampio spazio alle accuse, sostenute dal pm che ha fatto anche il processo di primo grado, Salvatore Giannino, affiancato dal procuratore Luciana Piras. Non sono mancati i colpi di scena, attesi o no. La rinuncia alla prescrizione per i reati di incendio e lesioni colpose da parte del principale imputato, l’ex ad di Ferrovie Mauro Moretti (richiesta dall’associazione dei familiari delle vittime) e l’accostamento giuridico, sul profilo delle responsabilità, a un’altra pagina nera della cronaca: il disastro della Costa Concordia.
Nelle ultime battute del processo, l’accusa ha prodotto la sentenza che ha condannato il comandante Schettino che, dicono i pm, come i vertici delle aziende imputate, ha omesso di informarsi su quanto gli avrebbe permesso di evitare le morti, nel caso di Viareggio sarebbe dunque mancata la verifiche delle condizioni dei carri. E il ‘carico’ aggiuntivo di responsabilità si è tradotto in un sensibile aumento delle pene richieste. Per Moretti, in Appello, sono stati chiesti 15 anni e mezzo di condanna (sia per il suo ruolo di Ad di Rfi sia come Ad di Fs, per la quale era stato assolto in primo grado); 14 anni e mezzo per l’ex ad di Rfi Michele Elia e 7 anni e mezzo per l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano.
In primo grado erano stati condannati a 7 anni il primo, e a 7 anni e mezzo gli altri due. A decidere saranno i giudici Paola Masi, Anna Favi e Giovanni Perini.n apertura dell’appello, avevano respinto l’istanza delle difese sul ‘condizionamento’ ambientale che avrebbe, a loro dire, condizionato l’esito del primo grado, conclusosi con la condanna di 23 dei 33 imputati, con pene fino a nove anni e mezzo, accusati di omicidio colposo plurimo, incendio e lesioni colpose.
A pronunciare la sentenza sarà il collegio presieduto dal giudice Paola Masi. Per l’epilogo del secondo grado è stata chiesta l’autorizzazione a far entrare telecamere e macchine fotografiche, rimaste fuori in questi mesi di udienze.