
Monia, una delle due figlie di Roberto Franceschi, entra ed esce di casa. Si regge la testa fra le mani, ha gli occhi lucidi. Dentro la sua abitazione di via del Chiasso, proprio di fronte alla villetta dove il padre, 70 anni, è morto accoltellato, c’è sua sorella Ilenia. I carabinieri la incalzano, vogliono capire cosa sia accaduto nella cucina di casa, mentre si stava preparando la cena.
Accorrono parenti e amici, anche dalla Valle del Serchio. Franceschi era nato a Barga e la moglie Marta è originaria di Coreglia Antelminelli. Tutti sono increduli, nessuno riesce a capacitarsi della disgrazia. Arriva in via del Chiasso anche il consigliere comunale del Pd Guido Angelini. Franceschi era suo amico: “Un uomo mite, generoso”, lo definisce.
Un uomo che non aveva mai smesso di accudire la moglie, da quando era stata colpita da un male che aveva minato la sua salute. I vicini lo vedevano spesso portarla in giro, spingendola dietro la sedia a rotelle. Franceschi era molto conosciuto da queste parte e non solo. Aveva lavorato per circa 30 anni alla Cantoni, poi con la fine di quella storica azienda aveva continuato a lavorare come idraulico, la sua professione di sempre. Franceschi aveva anche altre passioni: in particolare quella della bicicletta, un amore coltivato a livello amatoriale che non lo ha mai abbandonato.
Sua figlia Ilenia viveva ancora con i genitori: 44 anni, svolge lavoretti saltuari e aiutava in famiglia, assistendo la madre inferma. L’altra sorella, Monia, vive in una casa di fronte alla villetta di Franceschi: una vita tranquilla, sposata con Gorizio Nottola, ex militare, e con il figlio Francesco. “Siamo sgomenti e non sappiamo cosa pensare – commenta un vicino di casa -: Roberto era un uomo sereno e tranquillo e la sua era una famiglia come tante. Certo, con i suoi problemi ma Franceschi ha davvero dato tutto alla sua famiglia”.