
I pesci del condotto pubblico? Sono stati uccisi per asfissia dovuta alla carenza di acqua e quindi di ossigeno, in una condizione resa ancora più precaria dalle alte temperature. E’ questo il verdetto di Arpat sulla moria di pesci che c’è stata martedì scorso (30 luglio) nel condotto, a seguito dell’interruzione del flusso dell’acqua, per riparare un danno ad un argine provocato dal maltempo. Già nella serata di martedì i tecnici del dipartimento Arpat di Lucca sono intervenuti per le analisi del caso sull’acqua perché veniva segnalata la presenza di schiuma e una moria di pesci, nella zona dell’Acquacalda, all’incrocio con via di Broccoletto.
Gli operatori dell’agenzia hanno provveduto ad eseguire un sopralluogo nella zona, anche se l’attività è stata limitata dalla poca visibilità notturna di quel tratto di strada, poco illuminato, per cui gli operatori non sono potuti scendere nell’alveo del canale per recuperare campioni di pesci agonizzanti o morti. I tecnici Arpat hanno comunque rilevato alcuni parametri in campo (ph, temperatura, ossigeno disciolto, conducibilità) per avere una rapida fotografia di quali fossero le condizioni delle acque del condotto, non rilevando, inoltre, nel tratto del canale percorso, la presenza della schiuma bianca segnalata.
“Il livello dell’acqua nel canale era molto basso, inoltre – spiega Arpat -, per quanto la visibilità fosse limitata, l’alveo del condotto era interamente occupato dalla presenza di alghe e macrofite acquatiche; quando la vegetazione acquatica si accresce molto, complici le temperature elevate, contribuisce essa stessa al consumo di ossigeno, causando la morte delle altre forme di vita, pesci inclusi. La temperatura dell’acqua, alle 23, superava infatti i 28°C e la quantità di ossigeno disciolto non era sufficiente a garantire la sopravvivenza dei pesci. Nel corso del sopralluogo sono stati infine prelevati campioni delle acque superficiali per sottoporli ad esame analitico chimico e biologico per diversi parametri; le analisi sono ancora in corso, tuttavia si può ricondurre la morte dei pesci all’asfissia causata dalla limitata quantità di acqua presente nel condotto pubblico, situazione aggravata dalle elevate temperature registrate, fattori che hanno determinato un abbassamento dell’ossigeno disciolto in acqua”.