
E’ docile e affettuosa: un muretto che ispira dolcezza e un carattere mite e socievole. E, secondo alcuni, era già candidata a diventare la mascotte della caserma del comando provinciale della polizia stradale di Lucca. Lei è un bellissimo esemplare di pastore maremmano, cane di un agente che è stato temporaneamente ospitato alla caserma di Lucca, nella fase di trasloco del dipendente. Il poliziotto ha chiesto “asilo” per la cagnolina dei suoi figli alla comandante Serafina Di Vuolo che comprendendo la situazione ha dato l’ok. E’ bastato vedere il cane in questione, del resto, perché tutti in caserma cedessero alla sua simpatia. Il suo soggiorno però in un recinto realizzato all’interno del cortile è durato pochi giorni. Quando la comandante è andata in ferie, si apprende dalla caserma, il cane è stato affidato a persona di fiducia in attesa di trovare una soluzione.
Una situazione su cui però il segretario nazionale della Uil Polizia, Gianluca Pantaleoni, ha qualcosa da obiettare. Non sul fatto che un cane di un collega possa venire ospitato in caserma o divenirne addirittura la mascotte, bensì sulle modalità in cui sarebbe stato ospitato.
“L’animale – sostiene Pantaleoni – è stato confinato in uno spazio retrostante alla caserma, con solo un telo in plastica a proteggerlo dalle intemperie, un telo ancorato per di più al gruppo elettrogeno della caserma stessa. L’area, delimitata da un recinto artigianale, è composta esclusivamente di terriccio e ciuffi di erba, non garantendo quindi all’animale quelle condizioni di separatezza dal terreno delle quali dovrebbe beneficiare il suo stallo, trovandosi costretto per giunta a districarsi tra i suoi escrementi. Nelle ore diurne, per di più – aggiunge -, era dato spesso vedere quella simpatica presenza scorrazzare, senza museruola, in giro per gli spazi esterni della caserma, venendo non di rado a contatto con l’utenza, forse in cerca di un po’ di calore umano. A questo punto, chiediamo a gran voce un autorevole intervento del dirigente del compartimento di polizia stradale per la Toscana, Pomponio. In difetto, saremo costretti a chiamare l’associazione nazionale protezione animali”.