Da Catania a Lucca per portare a termine una serie di rapine, fra cui quelle ai danni della Cassa di Risparmio di Volterra di Lunata e di una filiale Mps a Marina di Massa. E chissà quante altre se una complessa attività investigativa dei carabinieri non avesse messo fine ai colpi.
A conclusione delle indagini, i carabinieri hanno eseguito questa mattina (10 settembre) tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, su cinque provvedimenti emessi dal Gip della procura della Repubblica di Lucca, Alessandro Trinci. Gli arresti sono avvenuti nella località siciliana, con la stretta collaborazione fra i militari lucchesi e catanesi.
A finire in manette sono stati Giuseppe Cosentino, 57 anni, Glauco Cosentino, 26 anni e Giuseppe Iuppa, 47 anni, già conosciuti alle forze dell’ordine. Per loro l’accusa è di rapina aggravata in concorso.
I provvedimenti arrivano al termine di una lunga attività di indagine della compagnia dei carabinieri di Lucca sotto la direzione della procura di Lucca. Ad illustrarne gli esiti, questa mattina in Cortile degli Svizzeri, il procuratore capo Pietro Suchan (titolare dell’indagine assieme al sostituto procuratore Lucia Rugani) e il colonnello Giuseppe Arcidiacono.
Le persone oggetto dei provvedimenti del Gip (per due di loro non si è riusciti a eseguire l’ordinanza) sono considerati specializzati in rapine ad istituti bancari, già conosciuti per episodi simili a loro carico e si sospettano anche contatti con gruppi criminali più strutturati presenti in Sicilia. Per questo le indagini proseguono per ricostruire eventualmente l’intera rete criminale.
“Questi soggetti provenienti da Catania pensavano di poter operare in tranquillità nel territorio toscano – dice il procuratora capo, Pietro Suchan – non tenendo in considerazione il coordinamento che si è creato con il reparto dei carabinieri di Catania, che hanno partecipato alle indagini, riconoscendo i loro volti”.
“Le rapine venivano effettuate con un modus operandi classico, ma spesso sfociavano in atti di violenza nei confronti degli impiegati agli istituti bancari con minacce a mano armata e percosse. Uno degli impiegati, a seguito dell’aggressione, ha riportato ferite giudicate guaribili 8 giorni. “A questa violenza fisica lo Stato ha risposto – ha commentato Suchan – con un’azione di forza sgominando con determinazione la banda”.
Le operazioni d’indagine svolte avevano preso il via da una rapina avvenuta il 30 aprile scorso alla filiale di Lunata della Cassa di Risparmio di Volterra, proprio quella in cui un impiegato rimase ferito. Le rapine, così si è scoperto, venivano eseguite a seguito di un’attento controllo delle banche nei giorni precedenti. Numerosi i sopralluoghi dei rapinatori registrati dai carabinieri, grazie alle telecamere di videosorveglianza, in decine di istituti di credito tra Lucca, Massa e Pisa. Tutte realtà che, si teme, sarebbero state visitate nei prossimi mesi dalla banda.
Il 5 luglio la banda effettua un’altra rapina. Questa volta tocca alla filiale del Monte dei Paschi di Siena di Marina di Massa. Anche in questo caso la rapina si distingue per la violenza nell’esecuzione. I malviventi minacciano con un’arma da taglio i presenti. Una cliente per lo spavento accuserà un malore. E nonstante tutto il bottino è di modesta entità.
Dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso della banca di Lunata si è riusciti a ricostruire il modus operandi della banda. Si nota una persona a volto scoperto, vestito con jeans e camicia, entrare all’interno della filiale. Passano appena due minuti e un altro soggetto entra dalla porta di sicurezza, ha un cappello che gli travisa il volto, appena è dentro indossa un passamontagna e si dirige verso la cassa. Anche l’altro uomo lo raggiunge, estrae dalla tasca un taglierino e minaccia i clienti e gli impiegati. Il tutto si svolge in meno di 5 minuti, un tempo brevissimo tra l’ingresso e la fuga dei rapinatori. Ad avvisarli del tempo che passa un altro uomo che, fuori dalla filiale, bussa al vetro della porta di sicurezza per avvisare i complici di far presto. La rapina, in quell’occasione, ha fruttato per la banda una cifra non indifferente, di poco superiore alle 5 mila euro.
Il gruppo criminale, sempre come è risultato dalle indagini, aveva base logistica in un appartamento del centro di Massa e per gli spostamenti utilizzavano automobili non direttamente riconducibili alle loro identità.
“Le indagini sono sempre in corso – precisa il procuratore capo Suchan – Verrano accertati se sussistono eventuali collegamenti tra i soggetti arrestati e le organizzazioni criminali strutturate presenti nel territorio siciliano”.
Il sospetto, anche se per adesso rimane solo un’ipotesi, è che le rapine potessero servire in qualche modo a finanziare clan mafiosi presenti nella zona di Catania.
Il video di una delle rapine
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