





Si è svolta questa mattina (8 ottobre) la cerimonia di restituzione della testa virile marmorea erratica trecentesca attribuita allo scultore senese Tino di Camaino (Siena 1280 circa – Napoli 1337), presumibilmente raffigurante un consigliere dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo, trafugata da ignoti dal portico della Villa del Vescovo, posto all’interno del parco della Villa Reale di Marlia (furto denunciato dalla Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara il 16 dicembre 2014), furto che conta non solo questa statua recuperata, ma anche altre opere che tutt’ora risultano scomparse.
Il ritrovamento è avvenuto grazie all’intervento dal comando carabinieri tutela patrimonio culturale del Nucleo di Napoli il 5 ottobre del 2017, in coordinamento con la Soprintendenza, che ha fornito le fotografie necessarie all’identificazione dell’opera.
La cerimonia si è svolta alla presenza del Soprintendente per le provincie di Lucca e Massa-Carrara Angela Acordon, dell’assessore Ilaria Carmassi del comune di Capannori, del professor Tigler, docente di storia dell’arte all’università e del comandante del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Napoli, maggiore Giampaolo Brasili. Come cornice della conferenza, il bellissimo salone di Villa Reale recentemente ristrutturato.
Prima dell’inizio della cerimonia sono giunti gli elogi di numerose personalità politiche per l’ottimo lavoro svolto, in particolare hanno tenuto a ringraziare l’onorevole Riccardo Zucconi (Fdi), il senatore Andrea Marcucci (Pd) e il consigliere regionale Marco Remaschi (Pd).
“La restituzione odierna dell’opera, avvalora l’impegno per la tutela delle opere d’arte, con lo scopo di rendere attrattivo il nostro territorio anche da un punto di vista turistico” esordisce l’assessore del comune di Capannori, Ilaria Carmassi. “Da sottolineare l’intervento del nucleo tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri – prosegue – un’eccellenza di alto livello del nostro paese, conosciuto anche all’estero”
Il professor Tigler, felice del ritrovamento di una simile opera racconta come è riuscito ad attribuire la scultura al famoso artista Tino di Camaino: “Nel 1990 al termine degli studi di laurea, in una ricerca di tesi abbiamo individuato sul territorio delle opere d’architettura romanica, tra cui questa scultura murata alle pareti del portico della Villa del Vescovo all’interno della tenuta di Villa Reale a Marlia – racconta il professore – l’opera è stata subito associata ad un complesso monumento funebre realizzato alla morte dell’Imperatore Enrico VII di Lussemburgo (1314-1315), realizzato dal famoso artista Tino di Camaino allievo di Giovanni Pisano e maggiore scultore senese del secolo XIV. In quell’occasione scattai le foto che ritraggono la statua e che oggi sono servite al nucleo dei Carabinieri per individuare l’opera d’arte”.
“La complessa operazione per riportare la scultura nel luogo di origine – spiega il maggiore dei carabinieri Brasili – prende il via da un’accertamento della procura della Repubblica di Napoli, settima sezione beni culturali, in alcune ville presenti sull’isola di Capri, gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato la presenza di questa opera di particolare pregio e di chiara fattura romanica, l’operazione ha portanto al sequestro anche di 10 dipinti trafugati da una villa romana. Grazie alla sinergia di lavoro con la Sovrintendenza abbiamo potuto comparare le fotografie effettuate dal professor Tigler ed accertarci di aver in mano la statua originale. D’importanza fondamentale nel nostro lavoro è la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal comando carabinieri tutela patrimonio culturale”.
Anche la Soprintendente Angela Acordon elogia l’operato dei carabinieri in concerto con i tecnici, docenti universitari e giovani studiosi: “Si tratta di un recupero importante che valorizzeremo nel migliore dei modi. Non potrà essere lasciata dov’era, sia perché si tratta di un luogo poco sicuro, sia perché non rientra nel giusto contesto previsto per questa opera. Bisognerà pensare ad un’esposizione che la valorizzi, tra le ipotesi una ricostruzione anche parziale del monumento originale”.
La testa ritrovata fa parte di un monumento realizzato per la tomba di Enrico VII, al tempo era unito al sarcofago col gisant dell’Imperatore medesimo, che si conserva nel transetto sud della Cattedrale di Pisa, che ritraeva Enrico VII sia sul letto di morte che in vita, sul trono. Venne smembrato nel 1494 ed il sarcofago col gisant trasferito dall’abside maggiore alla cappella di San Ranieri. Alcune statue dell’opera furono rinvenute all’inizio del secolo scorso nell’area del camposanto monumentale di Pisa e solo in seguito ricollegate dalla critica al sarcofago di Enrico VII. Attualmente il gruppo è esposto nel museo dell’opera del Duomo di Pisa.
Un particolare curioso, ha fatto notare il professor Tigler, che la statua è stata oggetto di intervento di pulitura e restauro da parte di chi l’ha trafugata, inoltre il capitello sul quale è collocata era in precedenza rovesciato e non fa parte dell’opera originale.
La testa attribuita a Tino di Camaino, in attesa di una migliore collocazione, rimmarrà per il momento all’interno della villa Reale (non all’esterno), in un luogo visitabile dal pubblico, dato che da agosto sono stati resi accessibile gli interni a seguito di ristrutturazione.
Paolo Pinori