
Condannati definitivamente tre pusher ventenni di origini straniere che secondo gli inquirenti gestivano una fitta rete di spaccio a Sant’Anna negli anni passati. Si tratta di tre cittadini tunisini tunisini: Bechir, Boubaker e Amir Talbi, rispettivamente di 24, 26 e 25 anni condannati a 4 anni e 4 mesi di reclusione i primi due, e 16mila euro di multa, e a 2 anni e 8 mesi di reclusione il terzo, e 8mila euro di multa.
Così ha stabilito nei giorni scorsi la suprema corte di Cassazione. Per l’accusa gli imputati gestivano una vera e propria centrale dello spaccio nel cuore del quartiere di Sant’Anna. Una villetta in ristrutturazione utilizzata anche come fumeria di eroina dalla mini gang di spacciatori individuata e arrestata dalla polizia, nel 2016, nell’immobile dismesso in via Cavalletti, diventato già da qualche anno prima crocevia per lo spaccio al dettaglio di questo tipo di droga, sempre più diffusa, in modo preoccupante tra giovani e giovanissimi, anche a Lucca.
Tre dei quattro pusher durante il blitz della polizia avevano anche tentato invano la fuga, lanciandosi dalle finestre del piano terra, mentre il quarto uomo, che aveva messo a disposizione l’immobile di proprietà della famiglia, assolutamente estranea ai fatti, era stato sorpreso dentro casa e giudicato separatamente. I quattro, secondo l’accusa, gestivano quindi un mercato di spaccio al dettaglio dalla villetta di via Cavalletti. Un via vai continuo che si svolgeva soprattutto nelle ore del pomeriggio.
I clienti, alcuni dei quali anche minorenni, arrivavano in auto, in scooter o in bicicletta dopo aver telefonato agli spacciatori che si facevano trovare lungo il vialetto davanti casa per lo spaccio delle dosi di eroina. I clienti fissi, talvolta, venivano anche invitati ad accomodarsi all’interno della casa, dove era stata allestita una vera e propria fumeria. Tutto era stato filmato dagli investigatori che tenevano d’occhio i quattro sospettati. Dalle indagini gli arresti e poi l’iter giudiziario che si è concluso nei giorni scorsi con la sentenza definitiva di condanna.
Vincenzo Brunelli