
L’azienda sanitaria ricostruisce l’episodio, subito contestato dalla figlia dell’anziana
“L’assistente sociale di riferimento all’Elba ha evidenziato che non era possibile al momento l’impegno della quota sanitaria per ricovero definitivo, ma che – qualora i congiunti fossero stati d’accordo – la zona distretto Elba avrebbe potuto autorizzare in tempi rapidi un ricovero temporaneo di sollievo in una Rsa. A questa proposta non c’è stato riscontro”. Con queste parole l’Asl Toscana nord ovest risponde a Gina Truglio, che nei giorni scorsi in una lettera al presidente della Regione Enrico Rossi aveva fatto presente i disagi legati al ricovero della madre in Rsa, all’Elba.
“Il 30 luglio – ricostruisce l’Asl – i familiari hanno presentato al Punto Insieme di Portoferraio una domanda di valutazione (unità di valutazione multidisciplinare) per la donna. La valutazione sociale al domicilio è stata effettuata da un’assistente sociale il 2 agosto, mentre la valutazione sanitaria è stata fatta il 14 agosto a Lucca, nella Rsa Centro Anziani di Monte San Quirico, dove nel frattempo la signora era stata inserita per scelta della sua famiglia”.
“Il 16 settembre – prosegue la ricostruzione della Asl – la signora è stata inserita in lista d’attesa all’Elba per ricovero in Rsa modulo base. Il 23 settembre, a seguito di richiesta di informazioni di un familiare, l’assistente sociale di riferimento all’Elba ha evidenziato che non era possibile al momento l’impegno della quota sanitaria per ricovero definitivo, ma che – qualora i congiunti fossero stati d’accordo – la zona distretto Elba avrebbe potuto autorizzare in tempi rapidi un ricovero temporaneo di sollievo in una Rsa. A questa proposta non c’è stato riscontro”.
“Dal 5 al 16 novembre risulta poi – prosegue la nota – che la madre della signora Truglio sia stata ricoverata per un problema di salute nella struttura di Medicina dell’ospedale di Barga, inviata dal Pronto Soccorso. E’ stata attivata l’Acot (Agenzia di continuità ospedale-territorio), a cui era stata inviata la segnalazione per un’eventuale presa in carico, ma i familiari hanno precisato che al momento della dimissione la paziente, non autosufficiente, sarebbe stata assistita da una badante e che la donna era già in lista d’attesa all’Elba. Alla dimissione dall’ospedale di Barga i congiunti hanno poi deciso di inserire la donna ancora nella RSA privata di Monte San Quirico”.
“Il 17 novembre – va avanti la ricostruzione – è stato richiesto alla Asl dalla famiglia l’impegno della quota sanitaria e il 18 novembre è stato risposto che la signora era in lista d’attesa per inserimento in Rsa e che non appena possibile la Zona Distretto Elba avrebbe autorizzato la quota sanitaria”.
“Il 25 novembre – si aggiunge -, a seguito di comunicazione della famiglia di un aggravamento delle condizioni di salute, il gruppo di lavoro Uvm ha richiesto una nuova valutazione sanitaria, effettuata dagli operatori di Lucca. In base alla nuova scheda sanitaria, pervenuta all’Elba il 3 dicembre, la signora è collocata in graduatoria in quarta posizione. Questa la successione dei fatti, che conferma l’impegno delle strutture aziendali per venire incontro alle necessità della famiglia. Da aggiungere, però, che il dipartimento servizio sociale, non autosufficienza e disabilità dell’Asl richiederà un audit interno in merito alle modalità comunicative intercorrenti tra i servizi socio sanitari interzonali ed all’applicazione della procedura Acot. Questo perché l’Azienda recepisce ogni segnalazione che arriva dai cittadini come criticità percepita e la considera un’occasione di riflessione per migliorare i propri servizi”.
Un ricostruzione che viene comunque contestata da Truglio.
“Non c’è stato – spiega – il ricovero di mamma nella struttura privata di Monte San Quirico il 14 agosto con tanto di valutazione sanitaria. Mamma è sempre stata a casa con noi. Per la precisione gli uffici dovrebbero una volta per tutte registrare, dato che gliel’ho scritto fin dall’inizio, che la mia mamma si trova a Maggiano nella residenza convenzionata Alba Serena. A San Quirico ci avete anche mandato l’infermiere che è venuto a fare la valutazione ieri mattina e che ci cercava inutilmente”.
“Comunque – prosegue la Truglio – mamma non è stata ricoverata in Rsa il 14 agosto, la valutazione è stata fatta nella nostra abitazione il 29 agosto e le sue condizioni erano ancora gestibili da noi”.
“La mia mamma – contesta Truglio – è stata ricoverata in Rsa a Maggiano solo dopo la caduta con relativo ricovero in ospedale il giorno 16 novembre e se sapevamo con precisione che era stato attivato il servizio Acot di cui non conoscevamo l’esistenza non avremmo mai accettato la richiesta di portarla via. Nessuno ha mai menzionato badanti o altra struttura. Ma per caso ha letto il foglio di dimissioni? Se vuole glielo mando io. Poteva essere gestibile da una badante? Mi dispiace che le siano state girate risposte poco veritiere e molto frettolose, e soprattutto che anche lei non si ponga il problema delle mie ripetute richieste senza risposta”.
“Del ricovero temporaneo in Rsa l’abbiamo saputo molto dopo perché la mail era finita nelle spai (una telefonata no vero?) e quando abbiamo chiamato chiedendo delucidazioni ci è stato detto che ormai era occupato”.
“E mi dispiace contraddirla – scrive Truglio a Rossi – ma la mail del 23 settembre parla che era stato riconosciuto alla paziente il ricovero definitivo anche questa se vuole gliela giro. In ogni caso, ripeto e sottolineo che mamma all’epoca era gestibile anche da noi (anche se con non pochi sacrifici) come invece non lo è stata assolutamente dopo la dimissione da Barga, quindi perché andare ad occupare un posto a qualcuno che ne aveva più bisogno? L’urgenza è adesso”.
“Mi dispiace constatare che purtroppo alla mia lettera non sono state date le risposte dovute – va avanti Truglio -, rilevo notizie sbagliate come se qualcuno si dovesse giustificare in fretta e furia, date sbagliate, situazioni mai avvenute, cose mai riferite”.
“Dopo aver telefonato negli uffici dell’Elba senza aver trovato mai la dottoressa preposta alle visite, nei giorni dedicati al pubblico naturalmente, ho mandato una mail con relative raccomandate per richiedere ancora una volta la visita di aggravamento e questo era già stato fatto lo stesso giorno delle dimissioni dall’ospedale di Barga e non il 25 novembre come qualcuno le ha indicato. Doveroso aver sentito gli uffici, ma sarebbe stato semplicemente umano e altrettanto corretto e doveroso sentire la famiglia caro Presidente. Lo so che sono una scocciatura ma magari le avrei detto un’altra verità: telefonate e mancate risposte da parte degli uffici, reparto ospedaliero che ci dimette con un referto ingestibile, e ribadisco che nessuno ha mai parlato di badanti. L’audit lo faccia ma a 360°”.