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I giudici della Corte d’Appello: “La strage si poteva evitare”

18 dicembre 2019 | 18:39
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I giudici della Corte d’Appello: “La strage si poteva evitare”

Depositate le motivazioni della sentenza del processo di secondo grado

Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rfi ed ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, “deve essere dichiarato responsabile nella qualità di amministratore delegato di Ferrovie dello stato per aver omesso di compiere interventi individuati” come idonei “per evitare il deragliamento del treno o quanto meno per evitare o ridurre le sue conseguenze catastrofiche”. E’ quanto si legge nella motivazione della sentenza della Corte d’appello di Firenze, depositata oggi (18 dicembre), per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui morirono 32 persone. I giudici d’appello lo scorso 20 giugno hanno condannato 25 imputati, tra cui Mauro Moretti a 7 anni di reclusione.

“La condotta alternativa che egli avrebbe dovuto e potuto tenere – si legge ancora – consiste in particolare nel controllo delle modalità di svolgimento delle attività di trasporto delle merci pericolose, in relazione alla quale egli avrebbe dovuto assicurarsi che venissero applicate le migliori cautele possibili e quindi quanto meno il controllo della piena tracciabilità dei rotabili di proprietà di terzi e dei loro processi manutentivi, anche fornendo e imponendo una interpretazione corretta delle norme che eliminasse la prassi errata di non effettuare alcun controllo, neppure documentale” sui carri esteri circolanti “e che venissero previste misure precauzionali idonee in caso di mancanza di tracciabilità”. Nelle motivazioni della sentenza d’appello ampio spazio viene dato al capitolo sulle responsabilità di Rfi spa e dei suoi amministratori e dirigenti. Per i giudici d’appello “condotte alternative” avrebbero evitato la strage del 29 giugno 2009 ed erano “doverose ed esigibili per il gestore della infrastruttura Rfi”.

In particolare gli amministratori di Rfi avrebbero dovuto prescrivere “per carri trasportanti merci pericolose e da ritenere non sicuri perché privi di documentazione e quindi non controllabili la riduzione della velocità e attraversamento di stazioni come quella di Viareggio in cui il transito era più rischioso in caso di deragliamento per la maggiore presenza di elementi fissi idonei a squarciare i carri stessi e per la prevedibilità di più gravi danni in caso di incidente, stante la presenza di molte abitazioni in prossimità dei binari”.

Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, sono stati condannati in appello a 6 anni di reclusione. La Corte ha assolto cinque ex dirigenti di Rfi: Giovanni Costa, Giorgio Di Marco, Giulio Margarita, Alvaro Fumi e Enzo Marzilli. In primo grado erano stati condannati a pene tra sei anni e sei anni e mezzo. Per loro la procura aveva chiesto la conferma delle condanne.

La Corte d’appello di Firenze ha condannato alla pena più alta per la strage ferroviaria di Viareggio Rainer Kogelheid, ad di Gatx Rail Austria, e Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania, entrambi a 8 anni e 8 mesi di reclusione. Confermate le condanne nei confronti di 6 altri imputati tedeschi e austriaci, amministratori e tecnici di Gatx Rail Austria, la società titolare del carro che sviò e prese fuoco, e delle Officine Jugenthal di Hannover, dove fu fatta la manutenzione dell’asse del vagone spezzatosi prima dell’incidente, con pene che vanno da 6 anni e 10 mesi a 8 anni e 6 mesi, scontate di 6 mesi rispetto al primo grado per la prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio colposo e lesioni personali colpose. Owe Könnecke, capo delle Officine Jugenthal, è stato assolto in appello, mentre in primo grado era stato condannato a 9 anni.