Treni, una Toscana a due velocità: resta il nodo della Lucca Firenze

6 febbraio 2020 | 10:56
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Treni, una Toscana a due velocità: resta il nodo della Lucca Firenze

40mila passeggeri al giorno e tanti disagi. Il rapporto Pendolaria: “Raddoppio potenzierà linea e ridurrà i tempi per raggiungere il capoluogo toscano”

C’è una Toscana in movimento che viaggia a due velocità. Da un lato una regione virtuosa rispetto alle altre, con una certa continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo dell’offerta di linee. Dall’altro, permane il disagio per l’incuria di alcune stazioni abbandonate o per i cantieri infiniti nel nodo alta velocità di Firenze, dove ci si attarda su un progetto di sottoattraversamento che appare esoso e ogni giorno che passa sempre più insostenibile. A raccontare quanto succede alle ferrovie italiane è Pendolaria 2019 di Legambiente, il rapporto annuale sul trasporto pubblico in Italia, per fare il punto su che cosa si muove e che cosa no sulla rete, in termini di soldi, convogli e persone, e approfondire i risultati prodotti dagli investimenti. Pendolaria, dal 2008, racconta numeri e storie, buone pratiche e denunce da parte dei comitati pendolari che vengono raccolte durante l’anno e sono consultabili sul sito www.pendolaria.it.

Centrale la questione del raddoppio ferroviario della linea Firenze Pistoia Lucca, dove viaggiano giornalmente 40mila passeggeri, secondo il rapporto di Legambiente.

“Il nodo di Firenze è oggi in una situazione complicata, dal punto di vista delle infrastrutture – si sostiene nel Rapporto -, perché non si è avuto il coraggio di rinunciare ad una grande opera costosissima come il sottoattraversamento TAV, per una soluzione assai più semplice di superficie, comprensiva di due soli binari in più nello snodo strategico Statuto/Santa Maria Novella e di migliori tecnologie digitali nel frattempo intervenute per l’intermodalità lunga percorrenza/trasporto regionale. Inoltre, da troppo tempo si attendono i lavori di riqualificazione delle stazioni metropolitane nell’area compresa tra Firenze, Prato e Pistoia per implementare una vera e propria rete su ferro dedicata al trasporto pubblico locale”.

Una grande opera che invece è ritenuta fondamentale per i pendolari e su cui la Regione sta spingendo molto è il raddoppio della Pistoia-Lucca. “L’opera procede in linea con il cronoprogramma sia per la parte tra Pistoia e Montecatini, finanziata dalla Regione con 237 milioni di euro e da Rfi con 213 milioni, ma anche nel tratto Montecatini-Lucca, per il quale sono previste risorse statali”, spiegano da Legambiente. Il raddoppio consentirà di incrementare la capacità di traffico della linea (al momento sono 40.000 i viaggiatori al giorno), aumentando regolarità e puntualità e riducendo i tempi di viaggio fra Firenze e Lucca. I flussi di pendolari su treno dell’intera regione sono in costante aumento, arrivati a 240.000 al giorno sulle ferrovie toscane, mentre il totale dei pendolari dell’area fiorentina secondo Istat ne conta circa 182mila.

Occorre partire dai numeri per capire la situazione del trasporto ferroviario, tantissime sono infatti le persone che ogni giorno si muovono in treno segnando un nuovo record rispetto al 2017. Ma l’offerta è aumentata soprattutto nella fascia alta, quella delle tratte ad alta velocità. Basti pensare che tra Firenze e Bologna, l’offerta di treni, per quantità e velocità, non ha paragoni in Europa. È di fatto in servizio una vera e propria metropolitana Hd, con 164 treni che sfrecciano a 300 chilometri orari nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 162 lo scorso anno, 152 due anni fa, 142 tre anni fa, ed erano solo 18 gli Eurostar nel 2002). I flussi di pendolari su treno sono in costante aumento in tutto il territorio regionale, arrivati a 240.000 al giorno sulle ferrovie toscane, mentre il totale dei pendolari della sola area fiorentina secondo Istat ammonta a circa 182.000. Interessante notare come tra le città in cui non sono presenti linee di metropolitana è Firenze a presentare i dati più alti superando i 108,2 milioni di passeggeri annui, dovuti anche al grande successo del nuovo sistema tramviario che ne conta da solo oltre 14 milioni al 2017 con una proiezione di oltre 20 milioni di utenti per il 2018 grazie all’apertura della seconda parte della linea T1 (verso Careggi).

“La Toscana sta facendo bene e a nostro avviso deve fare sempre meglio – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – perché è proprio dalla bontà del servizio ferroviario regionale che moltissimi lavoratori traggono la piena percezione di una qualità della vita dignitosa e accettabile”.

“In termini generali, stante l’attuale assetto istituzionale e normativo della Repubblica Italiana, è alle Regioni che spetta il compito di garantire la qualità del trasporto ferroviario locale, perché – ricorda Legambiente – sono loro a definire il Contratto di Servizio coi gestori dei treni (la cui proroga è prevista per la Toscana entro il 2034) e ad individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio, per aggiungere risorse a quelle statali per potenziare il servizio (ossia più treni in circolazione) e per il materiale rotabile (treni nuovi e riqualificati). La Toscana è indubbiamente tra le regioni migliori in questo senso. Lo stanziamento per il servizio ferroviario è stato di 44,6 milioni con una percentuale sul bilancio regionale di 0,31%. In valore monetario, tra il 2009 ed il 2018 sono stati investiti complessivamente oltre 493 mln di euro per il sistema ferroviario (di cui 458 solo per i servizi aggiuntivi)”.

Ma anche nel trasporto regionale i dati sono significativi a Firenze, infatti, dove il tram trasporta oltre 93.000 persone al giorno. Buone notizie per i pendolari anche per l’arrivo di treni nuovi. In Toscana, grazie agli investimenti realizzati, sono già entrati in servizio 60 nuovi treni nel biennio 2016/2017 e grazie al rinnovo del Contratto con Trenitalia (dal 2020 al 2035), gli investimenti per l’acquisto di nuovo materiale rotabile raggiungeranno 1,357 miliardi. La maggior parte dell’investimento riguarderà l’acquisto e la messa in servizio di 100 nuovi treni il 90% dei quali entrerà in servizio entro il 2024. I primi 7 nuovi treni Rock sono attesi nel 2020, gli altri 22 Rock, 30 dei treni ibridi ed i 25 nuovi elettrici (di cui 6 treni a 200 chilometri orari) entreranno invece in servizio tra il 2021 ed il 2023, mentre gli altri 14 ibridi arriveranno nel 2030. Mentre c’è ancora da fare per quanto riguarda l’età media rotabile dei convogli in circolazione che è di 12,1 anni mentre quelli con più di 15 anni sono il 12, 2% su 229 treni.