Pirata della strada travolge e uccide un cane

12 febbraio 2020 | 08:33
Share0
Pirata della strada travolge e uccide un cane

E’ successo in via Sandei davanti agli occhi della padrona. I residenti: “Le auto vanno a folle velocità”

Un altro cane investito e ucciso da un pirata della strada. E’ accaduto ieri sera (11 febbraio) in via Sandei, come racconta un abitante della zona che ha anche cercato di rintracciare l’auto che aveva travolto il cane e che sul posto ha perso un pezzo di carrozzeria. Per ora niente da fare anche se la denuncia è chiara: “Qui le auto sfrecciano a forte velocità. E se fosse rimasto ucciso un bambino”.

Il cane si chiamava Simba, l’auto che l’ha travolto una Renault Kangoo di colore bianco, sempre secondo le testimonianze.

“Erano le 19,30 circa di ieri sera – racconta il residente in una lettera – quando mia moglie mi chiama ‘corri è successo qualcosa qui sotto’. Arrivo sul terrazzo e vedo un povero cane disteso a terra, una ragazza piangere accanto a lui, vedo passanti fermarsi; mia moglie mi parla di un botto forte e delle urla di una ragazza. Scendo in strada e capisco che l’ennesimo pirata della strada stavolta ha fatto una vittima: un cane, poteva essere uno dei tanti bambini nel vicinato, qualcuno in bicicletta, un anziano in carrozzina che passa sulla carreggiata perché i marciapiedi sono impraticabili per lui. Un cane di cui da lì a poco è rimasta sono una macchia bagnata sull’asfalto che ha lavato via sangue e urina ma non il dolore di chi, per un pirata della strada, ha perso un affetto importante. Poteva essere un bambino: ce lo ripetiamo tutti”.

“Ricordiamo i tanti sforzi fatti per rendere più sicure queste vie – rammenta – i tanti insulti presi dagli automobilisti a cui immancabilmente e, quasi sempre, inutilmente faccio cenno di rallentare su una strada, via Felino Sandei, che sembra una pista di decollo più che una strada con limite di velocità a 30 chilometri orari. Non solo quella: anche via Barsocchini dove si trova la scuola primaria vede passare questi pirati della strada, a volte sono i genitori stessi dei bambini che portano di corsa i figli a scuola e in quei casi mi dico che è inutile anche solo dirgli qualcosa, parole al vento, perle ai porci potrebbero dire altri”.

“Pezzi di paraurti sparsi in 30/40 metri di strada danno l’idea della forza dell’impatto, danno conferma dell’alta velocità dell’auto, bianca, per la cronaca – va avanti il racconto -.Raccogliamo i pezzi, li fotografo; ho la tentazione di fotografare anche il cane, lì disteso, senza vita, tra sangue e una pozza della sua urina, per denunziare il fatto e dargli maggior drammaticità nella speranza di azioni e reazioni efficaci ma il dolore che vedo in quell’immagine e il rispetto per il lutto vissuto dai proprietari mi fa desistere: non si deve mai speculare sul dolore”.

“Ci arriva notizia di un incidente in via di Tiglio con un’utilitaria bianca e coinvolta; una due tre persone salgono in auto per andare a vedere se quell’auto fosse quella del pirata. Parto anche io a piedi perché mi dico se è quella potrebbero esserci reazioni esagerate e qualcuno che le eviti può essere utile. Corro e nel tragitto incrocio altri piloti di formula 1, anche davanti alla scuola primaria; con rabbia faccio cenno di rallentare. L’utilitaria bianca non è quella del pirata di via Sandei. Torno indietro e risalito in casa e dal terrazzo guardo la pozza d’acqua li sotto: vorrei trovarci una forma o un segno positivo che dia un senso mistico a quanto avvenuto ma non riesco a trovarlo continuando invece a sovrapporci Il povero cane, le lacrime della ragazza e il pensiero che poteva essere un bambino anziché un cane di taglia media di colore chiaro in una zona illuminata. I campanelli di allarme ieri sera sono diventati sirene in una strada e in un quartiere che non vuole diventare un cimitero”.