Coronavirus, il caso di Pescia “isolato e contenuto”. Rossi: nessun focolaio in Toscana. Scuole aperte, niente stop a eventi

25 febbraio 2020 | 16:46
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Coronavirus, il caso di Pescia “isolato e contenuto”. Rossi: nessun focolaio in Toscana. Scuole aperte, niente stop a eventi

Per l’imprenditore fiorentino ancora attesa la conferma dall’istituto superiore di sanità ma i contatti più stretti sono in quarantena. Al vertice di Firenze il punto sulla situazione

“Non c’è nessun focolaio di coronavirus in Toscana” ed è per questo che le scuole regolarmente aperte e nessuna manifestazione sospesa. Sono queste le prime indicazioni che emergono da Firenze dove si è svolto un vertice sulla situazione legata alla diffusione in Toscana del Coronavirus a cui hanno partecipato anche gli amministratori dei Comuni lucchesi.

Dall’incontro sarebbero emersi anche aggiornamenti per quanto riguarda i due casi al momento individuati in Toscana. Il caso di Pescia – è stato spiegato –è già “isolato e contenuto”, per quello di Firenze, per il quale emerge un quadro di probabilità e non di certezza, è in corso la ricostruzione della catena dei rapporti che andrà messa sotto sorveglianza.

In Italia, purtroppo, i contagi sono in aumento e alle 18 di oggi, secondo quanto riferito dal commissario Borrelli, i casi confermati sono in totale 322, due dei quali sono quelli rilevati in Toscana. Cresce il numero dei morti, che sale a dieci. Oggi ci sono stati tre nuovi decessi, tutti in Lombardia e hanno riguardato pensionati ultra ottantenni.

rossi coronavirusUn momento del summit a Firenze

In caso di aggravamento o di cambiamento dei parametri, verranno presi in considerazione anche provvedimenti più importanti, sempre graduati tecnicamente e scientificamente, ma soprattutto proporzionati alla situazione.

Coronavirus, due casi positivi in Toscana a Pescia e a Firenze

È stata inoltre ribadita l’importanza di fare riferimento esclusivamente alle fonti di informazione ufficiale e la prassi da tenere per chi, per qualunque motivo fosse venuto in contatto con le “zone rosse” colpite dal virus.

sindaci in regione

“Ad ora – ha spiegato il presidente della Toscana, Enrico Rossi – tutti i casi sospetti che si sono manifestati in Toscana, anche quelli che poi si sono rivelati negativi, sono stati isolati e valutati. La situazione al momento appare sotto controllo e non ci sono le condizioni per giustificare provvedimenti d’emergenza come, ad esempio, la chiusura delle scuole o la sospensione dei concorsi”.

“Ci sono solo due casi di tamponi positivi – ha aggiunto – per i quali manca ancora la conferma definitiva dal Minitero. Per il momento la situazione è sotto controllo. Non c’è un focolaio, né è stata definita una zona con la più elevata possibilità di contagio. Il sistema di prevenzione e controllo messo in atto sembra funzionare. La situazione si evolve di giorno in giorno, quindi se le condizioni cambieranno, anche le misure di controllo cambieranno. L’attenzione resta alta, ma ogni provvedimento deve essere preso attenendosi a criteri scientifici. Dobbiamo far prevalere la razionalità e la logica, non assecondare la paura solo per placare l’opinione pubblica”.

“Il nostro primario interesse – ha aggiunto il presidente – è stato mettere in sicurezza i presidi sanitari. L’efficienza di ospedali e luoghi di cura deve essere tutelata prima di tutto, anche perché se davvero il virus si propagasse quei luoghi si riveleranno fondamentali. Il caso di Codogno mostra meglio di qualsiasi altro esempio quali sono le conseguenze quando ‘crolla’ la sicurezza di un presidio ospedaliero. Per evitarlo è fondamentale che si creino dei ‘corridoi’ speciali per l’isolamento dei casi sospetti, che non devono ‘impattare’ sulle normali procedure sanitarie. È quello che abbiamo fatto fino ad ora, come ha dimostrato anche il caso, che per fortuna poi si è rivelato negativo, della signora ‘presa in carico’ dal 118 a Santa Maria Novella”.

Rossi ha ricordato che sono due i baluardi delle ordinanze e delle misure ministeriali: il tampone, che si effettua solo su soggetti sintomatici, e l’autoisolamento, che vale per chi ha avuto contatti diretti e prolungati con soggetti risultati positivi.

Il presidente ha ribadito che solo chi rientra in Toscana da una delle aree di contagio (Cina, Veneto e Lombardia), oppure è stato a stretto contatto con qualcuno proveniente da queste aree e presenta sintomi di una malattia acuta alle vie respiratorie deve contattare i numeri messi a disposizione dalle Aziende sanitarie; chi presenta sintomi generici o non ha avuto rapporti con le aree di contagio deve anzitutto rivolgersi al proprio medico curante o al pediatra. Medici di base e pediatri devono necessariamente essere raggiungibili al telefono tra le ore 8 e le 20, in modo da fornire una consulenza personalizzata. La reperibilità in questa fascia oraria è obbligatoria in base ad un’ordinanza del presidente della Regione e in caso di violazioni verificate scatteranno provvedimenti disciplinari e la revoca della convenzione con la Regione Toscana; non saranno fatti tamponi a tappeto, né a tutte le persone in isolamento controllato. I tamponi verranno fatti solo a chi presenta sintomi sospetti ed ha avuto contatti con le aree di contagio; È obbligatorio per chi proviene da Cina, Lombardia o Veneto manifestarsi, chi non lo fa commette una violazione penale, così come chi esce dalle zone di focolaio.

“Abbiamo identificato e messo sotto controllo migliaia di persone, iniziando con le 1500 persone cinesi che rientravano dal Capodanno. Lo abbiamo fatto in maniera seria, risalendo ai genitori attraverso le assenze scolastiche dei figli, contattatandoli famiglia per famiglia. È stato più difficile rintracciare chi non aveva figli, ma in larga parte ci siamo riusciti trovando un grande sendo di responsabilità nella comunità cinese, che è stata molto disciplinata”.

“È importante ribadire il ruolo centrale dei medici di famiglia e dei pediatri in questo frangente – ha aggiunto – il loro lavoro, parallelamente all’isolamento sotto sorveglianza per chi viene da contatti pericolosi, è la base per organizzare un sistema di prevenzione capillare e strutturato. In questo momento il caso in provincia di Pistoia è sotto controllo, mentre su quello di Firenze sono in corso i controlli sui contatti della persona interessata. La sorveglianza è alta. Se ci saranno evoluzioni e si renderanno necessari provvedimenti di urgenza, li prenderemo tutti insieme e dovranno essere graduali, scientificamente basati e in linea con i principi di adeguatezza e proporzione”.

TambelliniIl sindaco di Lucca al summit in Regione

No all’allarmismo, no alle paure irrazionali – è stato il commento del sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini -. Condivido la posizione della Regione: i nostri provvedimenti devono essere basati sulla razionalità e sul coordinamento fra l’autorità sanitaria, il Governo e le amministrazioni locali. Faccio mio l’appello del presidente Rossi: i numeri telefonici dedicati a chi rientra dalle zone focolaio devono essere utilizzati da chi effettivamente rientra da Cina, zone rosse italiane e straniere. Chi viene dalle zone rosse ha il dovere pena sanzioni penali di comunicarlo al sindaco o alle autorità sanitarie. I tamponi non possono essere utilizzati indiscriminatamente, ma solo su chi, entrato nel percorso sanitario, dimostra sintomi dell’infezione e contatto con le zone a rischio. I tamponi fatti a persone senza sintomi non sono utili. Invito tutti ad adottare le precauzioni igieniche di base. Chi non sta bene deve restare a casa: invito chi ha sintomi influenzali, raffreddori, malesseri, tosse a restare a casa e curarsi rivolgendosi direttamente e telefonicamente al medico di famiglia e pediatra di libera scelta che per disposizione reginale sarà disponibile dalle ore 8 alle 20 sette giorni su sette”.