Coronavirus e fede: sì alle messe, ma seduti a distanza. Stop a catechismo e pellegrinaggi

Rimandate anche le benedizioni pre-pasquali alle famiglie. Si invitano le parrocchie a dotarsi di dispenser di gel disifettante a base di alcol
Anche la vita religiosa si ripensa in seguito al decreto emanato ieri (4 marzo) dal presidente del Consiglio sulle misure per arginare il rischio di contagio del coronavirus. Norme che i vescovi delle diocesi di tutta la Toscana accolgono come contributo al bene comune e alla serena convivenza sociale in seguito alle linee guida della Cei (conferenza episcopale italiana).
Precauzioni necessarie che tuttavia non impediranno ai sacerdoti di celebrare messa né di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della quaresima. Con un occhio di riguardo e una buona dose di prudenza in più. Un rallentamento quindi, ma non uno stop, dl momento che a oggi, in Toscana, la situazione sanitaria non sembra presentare quei caratteri di gravità che si riscontrano in altri territori. Stop al catechismo, alla benedizione delle famiglie e ai pellegrinaggi.
I vescovi della Toscana dispongono, fino a quando rimarrà in vigore il decreto governativo, alcune specifiche misure precauzionali, che si aggiungono a quelle indicate nei giorni scorsi, che parroci, operatori pastorali e fedeli sono invitati a rispettare scrupolosamente.
Anzitutto, i riti liturgici dovranno essere celebrati attenendosi a quanto specificano le disposizioni governative circa la distanza tra le persone presenti, al fine di evitare l’affollamento, prendendo gli opportuni provvedimenti perché questo sia possibile. Le diocesi ricordano anche che dal precetto di partecipare alla messa festiva sono dispensati quanti ne siano impediti per grave causa, quale è la malattia e, nella presente circostanza, la condizione degli anziani che possono più facilmente subire la diffusione del virus.
Sono sospesi invece gli incontri di catechesi fin quando rimarrà in vigore quanto disposto dal decreto governativo per la sospensione dell’attività scolastica. Si chiede inoltre che nelle attività formative, pastorali, caritative o di natura sociale, che si svolgono nelle parrocchie, negli oratori, negli istituti e nelle aggregazioni, si seguano fedelmente le disposizioni del decreto governativo circa le situazioni in cui si verifica il convenire di più persone, evitando gli affollamenti che annullano le dovute distanze tra le persone.
Le parrocchie sono invitate a sospendere la benedizione delle famiglie fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria e si raccomanda la massima attenzione al rispetto della distanza tra le persone e, in genere, delle misure igienico-sanitarie descritte nell’allegato al decreto governativo, in particolare in occasione delle confessioni e della comunione ai malati.
Anche negli ambienti delle attività pastorali – sollecitano i vescovi – sarà bene mettere a disposizione le soluzioni idroalcoliche per la pulizia delle mani. Le parrocchie, gli istituiti religiosi e le aggregazioni laicali sono invitate a limitarsi alle attività liturgiche e pastorali ordinarie, rinviando ad altri tempi quelle straordinarie; in ogni caso si ribadisce che dovranno essere attentamente osservate le disposizioni circa le distanze da mantenere fra le persone; in questo contesto è stato reputato doveroso sospendere anche i pellegrinaggi.
Queste disposizioni si aggiungono a quelle date giorni fa ai parroci delle chiese toscane, che richiedevano di tenere vuote le acquasantiere, omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche, distribuire la comunione esclusivamente sulla mano e prendere precauzioni durante le confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.
I vescovi rinnovano la vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia, come pure a quanti sono impegnati a contrastarla a livello sanitario o a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. “Smarrimento e paura – dichiarano – non devono spingere a una sterile chiusura; questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme la difficile situazione”. I vescovi rinnovano l’invito alla preghiera secondo il messale romano: “Dio onnipotente e misericordioso, guarda la nostra dolorosa condizione: conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre”.