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Centro storico fantasma per sfidare il coronavirus. Ma c’è chi fa incetta di farmaci e scorte alimentari

14 marzo 2020 | 21:25
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Centro storico fantasma per sfidare il coronavirus. Ma c’è chi fa incetta di farmaci e scorte alimentari

Uno scenario inimmaginabile. E da domani non c’è neanche lo sfogo delle Mura

Piazze affollate, schiamazzi dai bar. I bambini per mano ai genitori, gli anziani bonari sulle panchine. E poi i giovani: che scivolano leggeri per le strade. È lo scenario di un classico venerdì sera di marzo, a Lucca.

Sospeso nell’aria, il profumo della primavera: e tutto è pronto per l’esplodere del week end. Focaccine e pizzette sui banchi dei locali. I ristoranti già pieni di turisti. Che in ciabatte e calzini, puntualmente come ogni anno fanno la loro apparizione in città: per loro è già estate avanzata. Intorno ai tavolini di piazza San Michele, se ne stanno lì, con il loro calice in mano: vino toscano, a osservarci increduli, noi lucchesi, ancora nascosti nei cappotti invernali.

È un ritratto del centro, alle porte della bella stagione. Che nel suo brulicare di gente fiorisce, aprendosi alla vita, al mondo: un mondo che adesso, si può solo immaginare da casa propria, dove da sei giorni siamo confinati. Con Facebook e Skype. Whatsapp, Instagram e tutto il resto… I nostri social, che adesso più che mai sono utili.

Annullando le distanze, fanno sentire tutti più vicini, più uniti e forti di fronte alla sfida del Covid-19. Ma che aiutano anche a riscoprire il valore dei rapporti reali, a rivalutare un abbraccio, una stretta di mano, un bacio. Una parola pronunciata senza urlare da un metro di distanza, o da un balcone. Mentre il silenzio fa da padrone per le strade.

Sono infatti pochi ad attraversarle: principalmente, coloro che si dirigono negli unici negozi aperti in centro. Le farmacie, dove i cartelli avvertono: mascherine, guanti e gel igienizzanti sono esauriti. “Tanti fanno scorte di medicinali, temendo ci sia un blocco delle consegne – spiega una farmacista – Farmaci per malanni cronici o tachipirina e simili, ne prendono a scatole… Poi, tanta vitamina C e prodotti per aumentare le difese immunitarie. Si è capito che non essendoci medicinali contro il virus, l’aumento delle difese può aiutare. Ma la vitamina C è finita, i magazzini l’hanno esaurita”. “E sono terminati anche gli apparecchi che misurano la saturazione dell’ossigeno: i pulsometri – continua la farmacista – A seconda di come funzionano i nostri polmoni, nel sangue circola una quantità d’ossigeno specifica, nei soggetti sani non inferiore a un indice di 98-99. Tantissimi stanno comprando questi apparecchi, c’è stato il boom di richieste nell’ultima settimana. Infatti, sono già terminati”.

Molto frequentati anche i panifici e gli alimentari, sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza: “Perché – spiegano gli addetti – in centro siamo gli unici negozi di generi alimentari aperti, oltre ai piccoli market. Al contrario di prima, si lavora tanto”.

L’affluenza c’è, ed è nella norma – spiegano da un piccolo supermarket del centro – non siamo stati svuotati, come è successo nei supermercati fuori città. Anche perché noi riforniamo molto spesso, con tre camion alla settimana: non siamo mai rimasti senza merce. Però la paura c’è, e si percepisce dal modo in cui la gente fa la spesa, non più in tranquillità. Si respira un forte clima di agitazione”.

E se le strade si svuotano, i parchi si riempiono. È accaduto in tutta Italia: da nord a asud, famiglie e sportivi si sono riversati nelle isole verdi delle città, trasformandole da santuari salutisti in luoghi di possibile contagio. Per questo, ieri Milano e oggi Roma hanno emanato la chiusura dei parchi recintati. E adesso tocca alle nostre mura che in questi giorni sono state scelte da molti per addolcire l’isolamento, trasformandole in vere e proprie anticipazioni delle gite di Pasquetta. Con conseguenti post d’indignazione sui social.

Le raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità, a dispetto da quello che si vede anche sui social (corse in coppia, fidanzati che continuano a frequentarsi nonostante l’esplicito divieto con la scusa della passeggiata, eccetera) rimangono sempre le stesse: uscire il meno possibile, non in gruppo, per brevi periodi e solo se necessario. Mantenendo la distanza di almeno un metro. In sostanza, sarebbe meglio evitare: “Anche perché – spiegano il Viminale e la Polizia di Stato – se tutti usciamo di casa per passeggiare e fare sport, si riempirebbero strade e parchi”.

E dovremmo dire addio all’unica strategia possibile contro il Covit-19: l’isolamento e il contenimento.