Coronavirus, un’altra famiglia lucchese bloccata alle Canarie

15 marzo 2020 | 09:52
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Coronavirus, un’altra famiglia lucchese bloccata alle Canarie

Il racconto: “Bloccato il volo di rientro, costretti a rimanere a spese nostre fino all’11 aprile”

Un’altra famiglia di cittadini lucchesi bloccata alle Canarie. Sono loro stessi a raccontare la loro disavventura, che lo costringerà, se tutto andrà bene, a rimanere sull’isola fino all’11 aprile.

Siamo una coppia e una ragazza della periferia di Lucca e venerdì 6 marzo siamo partiti per un soggiorno a Fuerteventura, un’isola delle Canarie. Siamo venuti per miei problemi di salute, e della mia sorellina con diversi problemi polmonari. Saremmo dovuti rientrare nella serata del 13 marzo, ma le direttive per il moltiplicarsi di casi di coronavirus in Italia hanno bloccato le linee aeree e chiuso i collegamenti con l’Italia, costringendoci a restare sull’isola”.

“Fino a mercoledì – prosegue il racconto – Ryanair ci aveva garantito il rientro scrivendo che avrebbe bloccato solo alcuni tratte dal 17 marzo. Noi eravamo tranquilli. Certi di rientrare. Poi improvvisamente riceviamo una mail di cancellazione del volo. A quel punto abbiamo cercato di avere informazioni ulteriori e capire cosa potevano fare. Ryanair ci ha offerto la possibilità di rimborso del biglietto o in alternativa di poterlo riprogrammare in altra data. Abbiamo pensato “ok niente panico magari hanno ridotto i voli e ci fanno partire tra un paio di giorni”. Poi la scoperta. Primo volo utile per l’Italia in data 11 aprile”.

“Alternative? Iniziare un vero e proprio “viaggio della speranza” con scali alternativi, pullman, treni senza alcuna certezza di raggiungere l’Italia e in un momento in cui bisogna limitare le possibilità di contagio. A questo punto c’era solo una strada da percorrere, rimboccarsi le maniche e cercare un posto per dormire che per assurdo non è stato semplice trovare, un po’ per i costi ed un po’ perché gli altri stati continuano a far atterrare i loro voli qua alle Canarie e pertanto molte sono già affittate, o almeno quelle più economiche.  Fortunatamente dopo un giorno e mezzo di ricerche, abbiamo trovato una sistemazione. Per raggiungerla però e darci la possibilità di spostarci per i beni di prima necessità tipo market, farmacie eccetera serviva un’auto e cosi abbiamo dovuto noleggiarne una. Insomma una vacanza di una settimana in tutto relax è diventata una sofferenza, anche perché al momento abbiamo un volo programmato per l’11 aprile e quindi a un mese di distanza e non avendo alcun tipo di aiuto ricade tutto sulle nostre economie. Le spese sono tante e non eravamo preparati ad affrontarle. Inoltre anche qui cresce il timore coronavirus visto che in Spagna stanno aumentando notevolmente i casi ed arrivano le prime restrizioni da parte del governo. Tra gli abitanti e i turisti presenti inizia il panico e ieri supermercati e farmacie sono state prese d’assalto, pasta e farina finite in quasi tutti i negozi e le mascherine sono introvabili”.

“È vero, siamo partiti in un momento delicato – ammette – ma eravamo tranquilli anche perché i controlli in aeroporto erano inesistenti. Non hanno nemmeno provato la temperatura nonostante i continui annunci con volontà di farlo. Inoltre, cosa non da poco, ci era stato garantito il rientro, altrimenti avremmo ovviamente rinuciato al nostro viaggio. Al momento quindi siamo qua, senza certezze di rientro perché il volo programmato all’11 aprile di certo non lo è, senza aiuti dall’ambasciata che non risponde telefonicamente perché troppo occupata per l’emergenza. Anche altri italiani come noi sono bloccati sull’isola e hanno provato a loro volta a contattare l’ambasciata senza risultato. Abbiamo saputo anche di un legale che si è occupato di fare da intermediario per cercare di aiutare gli italiani ma al momento senza risultati. E quindi restiamo in attesa, “tirando la cinghia”, con a casa un mutuo comunque da pagare così come le bollette e rischiando il posto di lavoro per non essere rientrati senza il minimo aiuto da parte di nessuno… A questo punto ci chiediamo… dov’è lo Stato?”.