Lo sfogo di un chirurgo: “In corsia come carne da macello”

18 marzo 2020 | 10:34
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Lo sfogo di un chirurgo: “In corsia come carne da macello”

Marchetti (Forza Italia): “Al personale vanno dati gli strumenti per proteggersi”

Il capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti raccoglie lo sfogo
di un chirurgo pisano: “Come in Russia con le scarpe di cartone. Uguale”.

Dalla campagna di Russia affrontata con le scarpe di cartone poco o niente è cambiato. Andiamo in ospedale senza protezioni, e quando ci ammaliamo ci dicono ‘eh beh, ma non si può sapere se si è contagiato in corsia o nella vita privata’. Noi qui siamo lontani anni luce dall’organizzazione lombarda. Abbiamo lo Scottex come mascherine, siamo a posto. L’altro giorno per operare un paziente anziano non so più per quante ore ho dovuto cercare una sala. Non è accettabile. Nel caso Covid-19 i sanitari vengono spediti in trincea come carne da macello, senza strumenti di protezione individuale che possano essere minimamente efficienti. Spesso, senza strumenti di protezione e basta. Non è accettabile”: lo sfogo è quello di un chirurgo esperto attivo in area pisana, che lo ha affidato ai social in più post sempre più esasperati. A raccoglierlo è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, in prima linea nella battaglia per la massima protezione dei sanitari che operano nella trincea generata dalla diffusione del Coronavirus Covid-19.

“Come in ogni gestione dei disastri – spiega Marchetti riprendendo lui stesso le parole del chirurgo – i primi da mettere in sicurezza sono coloro che ci soccorrono e che ci salvano la vita. Noi senza di loro siamo spacciati. Vanno protetti come oro, non mandati allo sbaraglio nei reparti o nelle operazioni di soccorso con mascherine che mancano e dispositivi di protezione individuale da usare col contagocce”.

Marchetti va politicamente dritto: “Oggi i tagli imposti alla sanità toscana da Rossi-Saccardi si vendicano, e ci presentano il conto”, afferma. “Per fare il primo della classe Enrico Rossi, prima assessore alla salute e ora governatore alla fine, fortunatamente, del suo secondo mandato – prosegue il capogruppo azzurro – ha ridotto la disponibilità di posti letto ospedalieri sotto la soglia prevista dal decreto Balduzzi. Ha tentato di raggiungere l’equilibrio contabile tagliando con l’accetta la ramificazione territoriale dei servizi di assistenza e cura a vantaggio degli apparati, più proficui per lui in termini di consenso. Dopo il crac di una delle sue ex Asl, quella di Massa Carrara, è andato oltre giungendo a limitare la libertà prescrittiva dei medici, a ridurre al lumicino gli stock di magazzino con indici di rotazione sempre più sul filo del rasoio. Oggi con quel rasoio ci stiamo tagliando tutti. A cominciare dalle prime linee: i nostri sanitari. Io questo chirurgo lo abbraccio. Lo racconto. E chiedo a Rossi: risponda lei, governatore, a questo medico. Risponda lei a quest’uomo che salva vite da tutta la vita. Pd e sinistra hanno reso lui e gli altri professionisti della sanità acrobati in volo senza rete. Angeli con le ali spezzate. Che non cadano. Che non cadano”.