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Infermieri e volontari del 118: “Siamo stremati e temiamo per le nostre famiglie”

23 marzo 2020 | 16:05
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Infermieri e volontari del 118: “Siamo stremati e temiamo per le nostre famiglie”

Una battaglia quotidiana per chi sale in ambulanza: “Per proteggerci ci stiamo organizzando da soli, ma ci chiediamo quanto potrà andare avanti così”

Sono stremati. Ogni giorno in prima linea, da settimane ormai. Gli operatori delle ambulanze, i medici ma anche i tanti infermieri e volontari. Sono loro i primi ormai ad entrare nelle case di casi sospetti di coronavirus.

A loro rischio e pericolo. Perché al di là delle mascherine che vengono fornite, “ci organizziamo così possiamo per proteggerci”. Ai tempi del coronavirus ogni turno, anche a Lucca, è una sfida.

“Alcuni di noi si organizzano da soli – raccontano alcuni infermieri del 118 impiegati sulle ambulanze -: cerchiamo di proteggerci anche con tute improvvisate, coprendoci anche le scarpe. Siamo i primi a dover valutare i casi sul territorio e ci sentiamo esposti come i colleghi che si trovano al pronto soccorso e in corsia“.

Una situazione che ora dopo ora diventa più complicata: “Ci viene richiesto, giustamente, di valutare il paziente: è una responsabilità grande che ci assumiamo, ma come gli altri temiamo per l’esposizione al virus“.

E quando è finito il turno si torna a casa dalle famiglia, ma il cuore non è leggero: “Io indosso la mascherina anche a casa per proteggere i miei familiari”, racconta un’infermiera del 118. “Non ho sintomi e non mi è stato fatto il tampone – spiega -: ma come si fa a stare tranquilli in questa situazione?”. Una domanda che al momento cade nel vuoto.

E intanto, anche oggi, dal pronto soccorso si leva un nuovo grido d’allarme.

“Noi medici del pronto soccorso e infermieri – si spiega -, abbiamo urgente bisogno di adeguati dispositivi di protezione individuale: mascherine ffp2/ffp3, occhiali con protezione laterale, tute anticontaminazione, per poter assistere i malati covid-19 senza rischiare di contagiarci e ammalarci”.

Per questo è stata attivata un’altra raccolta fondi che ha già superato quota 22mila euro. Si può contribuire cliccando qui.