Guanti e mascherine gettate per terra, degrado alla fontana di via di Sorbano






I residenti provano a rimediate ma l’inciviltà regna intorno al punto di approvigionamento
Formano un tappeto, accumulandosi ogni giorno, rimosse soltanto – non senza qualche preoccupazione – grazie al senso civico dei residenti. È un’emergenza nell’emergenza che rivela la parte peggiore del cittadino medio quella che si manifesta anche a Lucca, precisamente in via di Sorbano.
Il teatro è l’intersezione con via Vitali, quella dove si trova una delle fontane pubbliche più prese d’assalto in queste settimane, specie dopo la chiusura dei rubinetti in via Nottolini. Fino a qui tutto bene, verrebbe da dire: l’alternanza è pressoché continua, ma gli avventori restano prudentemente a due metri di distanza da chi si rifornisce, riparati dietro guanti e mascherine. Il problema nasce, come evidenziano non soltanto i residenti, ma anche immagini di per sé eloquenti, nel momento in cui l’acqua è stata presa.
È qui che si inceppa il meccanismo della civiltà. Sempre qui che i lucchesi sfoggiano il peggio del repertorio. “Tornare in macchina con i guanti utilizzati per girare il rubinetto non si può – racconta Adele, un’anziana signora che abita qui da una vita ed ogni giorno si munisce di scopa e sacchetti di plastica per rimediare allo squallore altrui – e quindi, per molti, la soluzione più rapida è una soltanto: gettarli per terra”. Così, i guanti in lattice sprovvisti di padrone si annidano ai bordi della fontana più gettonata della città, talora sospinti dal vento prepotente di questi giorni, che li fa danzare nei giardini delle abitazioni circostanti. Ma non sono soli, no: con loro, da qualche giorno, sono comparse anche le mascherine. Pure quelle vengono buttate per terra, a ridosso della fontana, insieme a bottiglie usate di plastica e di vetro, taniche, arnesi, suppellettili.
“Abbiamo già effettuato decine di segnalazioni a Sistema Ambiente – spiega Riccardo Roni, un altro residente – che ha risposto aumentando i turni di pulizia, ma ancora non basta. Servirebbero controlli in borghese per sanzionare chi si rende artefice di gesti così scellerati, che mettono a serio rischio l’incolumità pubblica”.
Una problematica da non sottovalutare, in tempi di prevenzione totale. Ed il sintomo evidente che, per una larga porzione di cittadinanza, egoismo e maleducazione continuano a rimanere stili di vita amplificati, specie in situazioni di difficoltà collettiva.