Clinica San Camillo, direzione: “Situazione sotto controllo”

Lettera di una dipendente: “Fin dall’inizio abbiamo lavorato con tutte le protezioni”
Continua in queste ore ad essere tenuta sotto strettissimo controllo la situazione alla clinica San Camillo di Forte dei Marmi dopo i casi di positività al coronavirus registrati nei giorni scorsi tra gli operatori e i pazienti. Il trasferimento in una struttura Covid dell’ultimo degente risultato positivo avverrà domani (14 aprile).
Non è ancora arrivata notizia ufficiale degli esiti degli ulteriori accertamenti compiuti nei giorni scorsi sul personale – informa la struttura.
“La proprietà e la direzione della clinica ringraziano l’Asl di zona che stamani (13 aprile, ndr) ha iniziato il percorso di affiancamento – si legge in una nota – per l’implementazione delle misure di sicurezza, peraltro già adottate della clinica stessa, allo scopo di rendere la casa di cura di Forte dei Marmi ancora più sicura e garantire lo svolgimento regolare e sicuro di tutti i percorsi di cura free-Covid 19. E’ necessario ricordare che su tutti i pazienti ricoverati al San Camillo sono stati effettuati da parte della clinica i tamponi che, ad eccezione dei casi citati all’inizio, hanno dato esito negativo”.
A proposito della presa di posizione espressa nei giorni scorsi da un operatore sanitario della clinica che ha parlato di scarsa sicurezza all’interno della struttura, alla direzione della clinica è arrivata la lettera di una dipendente che racconta un’altra versione dei fatti.
“Lavoro al San Camillo di Forte dei Marmi da 35 anni – scrive Marcella Piserini – e ho visto inanellarsi in così tanto tempo proprietà e direzioni più o meno efficienti ma nessuna di queste e nessuno di noi ha mai dovuto affrontare quello che sta succedendo da ormai tante settimane ai cittadini, alle nostre famiglie e a noi stessi: l’emergenza, la costernazione e la paura hanno avvolto la Casa di Cura, come tutte le altre strutture sanitarie della Toscana, d’Italia, del mondo – prosegue -. Lo sbigottimento iniziale ha lasciato immediatamente il passo ovunque e anche da noi, alla necessità di organizzazione, prevenzione dei contagi, necessità di dare risposte concrete. Ci siamo messi a disposizione con le nostre competenze, le nostre coscienze, con il nostro coraggio e con le nostre paure: abbiamo aperto le nostre sale operatorie a tutti i casi urgenti oncologici e traumatologici di cui gli ospedali pubblici non potevano farsi carico”.
“I nostri addetti hanno lottato – prosegue – per procurare a tutti noi i dispositivi di protezione necessari a prevenire i contagi ai nostri pazienti e a noi stessi. Non ho mai, dall’inizio dell’emergenza, lavorato senza le adeguate protezioni e senza le necessarie informazioni sulla situazione dei contagi contro cui purtroppo ci siamo dovuti difendere: niente è stato lasciato al caso e niente è stato risparmiato sia in termini umani che di azioni di prevenzione che di dispositivi di protezione. Tutto questo impegno, nostro e delle nostre famiglie, tutte le nostre competenze, tutti i nostri sacrifici e dedizione non possono non devono essere vanificati da dichiarazioni false e da calunnie che soltanto motivi personali possono aver generato. Chiedo con orgoglio e pubblicamente che la verità venga portata a conoscenza dei cittadini e di tutti i colleghi che insieme a noi stanno lottando con tutte le forze a scapito di tutto, a volte purtroppo anche della propria vita, contro questo mostro dalle mille teste, ‘insieme ce la faremo’ si recita instancabilmente dall’inizio dell’emergenza, noi abbiamo fatto e stiamo facendo quotidianamente la nostra parte correttamente, secondo le norme, informati e protetti. Siamo fortunati, in tantissimi fra i nostri colleghi di tutto il paese, non possono dire altrettanto”.