Ricapitalizzazioni del Polo Fiere, per la Corte dei Conti non ci fu danno erariale

Assolti l’ex sindaco Favilla, il segretario comunale dell’epoca e i consiglieri comunali che votarono a favore
Ricapitalizzazioni di Polo Fiere dopo la delibera di indirizzo di Lucca Holding, tutti assolti i componenti dell’amministrazione comunale di centrodestra che votarono favorevolmente per le delibere. Così ha stabilito la Corte dei Conti dopo alterne vicende giudiziarie che avevano portato la Cassazione lo scorso anno a indicare nella magistratura contabile la competenza per decidere nel merito di un presunto danno erariale di circa 700mila euro.
Nei guai erano finiti gli ex sindaci Mauro Favilla, il segretario comunale Serafino Turturici, i consiglieri Marco Agnitti, Maurizio Allegrini, Marco Andreoni, Luigi Bertani, Nicola Buchignani, Massimo Checchia, Giacomo De Luca, Maurizio Dinelli, Franco Fabbri, Lido Fava, Pietro Fazzi, Mauro Garbini, Roberto Lotti, Marco Martinelli, Giampaolo Micheloni, Luciano Panelli, Gabriele Torri, Alessandro Venturi e Giorgio Mura. Per Giorgio Mura era già stata dichiarata l’estinzione del giudizio perché nel frattempo deceduto, gli altri sono stati tutti assolti e con diritto al rimborso alle spese legali e competenze di legge.
La procura della Corte dei Conti ipotizzava un danno erariale complessivo da 700mila euro e aveva chiesto il risarcimento di circa il 50 per cento della cifra (350mila euro) all’ex sindaco Favilla e il restante (poco più di 20mila euro a testa) a tutti gli altri ex consiglieri della consiliatura Favilla, che erano stati rinviati a giudizio nel settembre del 2013.
Quasi un anno prima, e per la precisione nel novembre del 2012, la Corte dei Conti aveva inviato una lettera all’ex sindaco e ai consiglieri che nel maggio 2011 votarono la delibera di indirizzo per le ricapitalizzazioni di Lucca Polo Fiere, rilevando come non fosse stata considerata al momento del voto la presenza di una legge del 2010 che impediva la ricapitalizzazione di aziende partecipate dal Comune in perdita da più di tre esercizi consecutivi (in questo caso le perdite di bilancio risalivano al 2004). Di qui la richiesta di controdeduzioni ai consiglieri sul motivo del voto positivo con l’ipotesi di un danno erariale pari ai 250mila euro di aumento di capitale stabilito successivamente dalla Lucca Holding. Nel mirino degli inquirenti erano finiti però altri 450mila euro di un precedente aumento di capitale, effettuato nel febbraio del 2010, giudicato ancora una volta illegittimo dalla Corte dei Conti.
I consiglieri dell’allora maggioranza nella loro difesa avevano spiegato di aver votato l’aumento di capitale in consiglio comunale sulla scorta di un parere presentato all’epoca dal dirigente Serafino Turturici. Non solo. Si era ritenuto di poter procedere comunque nell’approvazione della delibera di indirizzo, perché con quell’atto – è la difesa dei consiglieri dell’ex maggioranza – si dava la possibilità a Lucca Holding di procedere, senza alcuna obbligatorietà.
Ieri la sentenza di primo grado nel merito della Corte dei Conti.