Torna a parlare il pizzaiolo aggredito: “Di quest’episodio sono la vittima”

Simone Costa: “Ho rischiato la vita per lavorare, non accetto calunnie e illazioni”
Aggressione in centro storico, torna a parlare Simone Costa, il pizzaiolo protagonista della vicenda.
Si riferisce al video del nudo proprietario del fondo in cui è avvenuta l’aggressione, Marco Santi Guerrieri: “Mi dispiace che lui sia stato colpito e gravemente offeso nel personale e negli affetti: a me hanno tentato di colpirmi al fianco e non negli affetti. Trovo giusto che si difenda dalle calunnie, come dice – precisa il pizzaiolo – ma non capisco perché nel video dice: “…e questo lavoratore lucchese io voglio capire bene chi è, che non fosse quello che ha messo in atto tutto questo gran casino: chiaro”.
“L’1 febbraio ho aperto a Lucca una piccola pizzeria – prosegue – purtroppo l’epidemia di coronavirus ha colpito gravemente la mia attività, come è successo a tutti i commercianti lucchesi e italiani. Non mi sono arreso, ed ho incominciato a fare servizio a domicilio, senza alcun nome perché avevo appena aperto. Il 16 aprile alle 21.15 – quella dell’aggressione – mi hanno chiamato per una consegna in via dell’Angelo Custode 33: non ero lì per divertirmi o per un altro scopo, stavo facendo una consegna, stavo lavorando. Non voglio dare fastidio a nessuno, ma semplicemente capire il perché ho rischiato la vita solo per consegnare quattro pizze. Sono lucchese, amo la mia città, ma adesso ogni volta che svolgo il mio lavoro, mi sento terrorizzato di rivivere quei momenti. Sto prendendo delle precauzioni, porto sempre con me lo spray al peperoncino, sperando che non accada più niente di simile”.
“Mi ha fatto piacere che la giunta – prosegue – l’opposizione, e molti altri mi abbiano dato la loro solidarietà, anche il sig. Barsanti, che tra l’altro, è stato l’unico ad avermi chiamato. Mi basta sapere che verrà fatta chiarezza sui fatti e che, chi ha colpa paghi. Starei volentieri a casa con mio figlio, ma non posso perché devo lavorare. Oggi, per dire, è arrivata una bolletta dell’Enel di 750 euro. Giusto per essere trasparenti. Ripeto, ho aperto da due mesi e mezzo, se il proprietario del fondo vuole conoscermi basta che venga in piazza Napoleone. Gli offrirò volentieri una pizza”.
“Esprimo la mia vicinanza al proprietario se si è sentito offeso da altri – conclude – ma io non c’entro nulla, sono la prima vittima di questo ‘gran casino’, ho rischiato di rimetterci la vita. Come è scritto anche sul verbale fatto dei carabinieri, che sono arrivati subito appena avvertiti e mi hanno aiutato. Non finirò mai di ringraziarli. Chiedo quindi, di non essere né accusato né calunniato. Chi deve pagare è giusto che paghi e se qualcuno deve chiedere scusa, sicuramente quel qualcuno non sono io”.