Palp: “Decine di dormitori abusivi in città, preoccupa il silenzio della giunta”

Il movimento incalza sindaco e assessori: “Dicano che fine hanno fatto i 15 sgomberati da via dell’Angelo Custode”
Emergenza abitativa: dopo il caso del fondo-dormitorio in via dell’Angelo Custode, Palp Lucca scrive una lettera aperta al sindaco Alessandro Tambellini e all’assessore al sociale, Valeria Giglioli, e alla sicurezza, Francesco Raspini, per sensibilizzare l’amministrazione al problema, aggravato dall’emergenza coronavirus, ma per chiedere anche conto del destino dei 15 inquilini sgomberati dalla struttura fatiscente.
“E’ passata ormai più di una settimana da quando Potere al Popolo, sull’onda di un ben noto fatto di cronaca cittadina, ha denunciato pubblicamente l’esistenza nella nostra città di una rete di dormitori abusivi finalizzati a taglieggiare e tenere in una situazione di ricattabilità e vulnerabilità decine di senzatetto e irregolari, ai quali una associazione a delinquere avrebbe spillato soldi ed estorto servizi poco leciti. Ci auguriamo che l’autorità giudiziaria agisca, silenziosamente e rapidamente, per perseguire i vari profili penali che sono emersi dalle nostre ricostruzioni, ma dobbiamo purtroppo constatare che sul piano politico e amministrativo il vostro tacere si è fatto tristemente assordante“.
“Per giorni abbiamo aspettato un timido segnale del fatto che l’amministrazione cittadina avesse ammesso il problema e preso in carico la questione – si legge in una nota – , esprimendo almeno un commento di qualsiasi tenore sulla lista di proposte politiche precise e circostanziate che abbiamo stilato per affrontare la questione. Oggi dobbiamo constatare che purtroppo, come accade di frequente, questa amministrazione preferisce tacere e mettere una pezza piuttosto che affrontare e risolvere direttamente i problemi. Ancora una volta ci troviamo quindi a dover ribadire come gli strumenti messi in campo finora, per quanto a volte singolarmente encomiabili, siano totalmente inadeguati nel dare il giusto supporto alle fasce di popolazione in maggiore difficoltà (specialmente alle famiglie numerose), e soprattutto come siano inaccessibili proprio a quei soggetti che più ne avrebbero bisogno”.
“Ogni contributo pubblico, dai buoni spesa all’integrazione per l’affitto (comunque limitato al 50% per un massimo di 300 euro) è infatti – si afferma – fortemente vincolato alla dimostrazione di un peggioramento della propria condizione dovuto all’emergenza covid-19. Paradossalmente coloro che erano in difficoltà prima dell’epidemia – lavoratori a nero o grigio, a prestazione occasionale, partite iva che hanno dovuto chiudere, senza residenza, o con residenza diversa dal domicilio – sono quindi esclusi da ogni forma di contributo, perché impossibilitati a dimostrare la loro difficoltà o il peggioramento delle proprie condizioni, mentre anche chi ha diritto al sussidio dovrà accontentarsi di un contributo estremamente limitato. Ci troviamo quindi oggi a dover ribadire le stesse domande e proposte di una settimana fa, nella speranza che in quanto amministratori vi sentiate almeno in obbligo di dare risposta ad una delle forze politiche attive sul vostro territorio”.
Poi Palp arriva alla questione del fondo: “Riguardo invece ai 15 irregolari solertemente sgomberati dall’ignobile fondo-dormitorio in via dell’Angelo Custode, ribadiamo queste domande che abbiamo già posto all’assessora Giglioli senza ottenere risposta: Bene che gli inqulini non siano stati lasciati in mezzo alla strada: ma sono stati “indirizzati” ai dormitori o accompagnati? Nel caso, dove sono stati portati? Ci sono abbastanza posti? C’erano delle donne tra loro? In caso affermativo dove sono state accolte, visto che di solito non possono andare nei dormitori? Il comune – concludono – ha un piano serio per fornire a queste persone e alle famiglie che ancora risiedono in alloggi-ghetto nella nostra città delle abitazioni? O si pensa di risolvere sempre tutto con dei dormitori evidentemente inadatti se non come soluzioni da 1-2 notti?”.