La protesta dei commercianti a Lucca: “Il governo ci ha lasciati soli in balìa della crisi”




Il flash mob: tutti in negozio ma senza vendere. Un maxi striscione: “Lucca è presente”. Appello al sindaco: “Faccia sentire la sua voce”
Inizia puntuale, con il via alla fase 2, la protesta dei commercianti del centro storico di Lucca, che chiedono che siano messi a disposizione finanziamenti a fondo perduto per il settore e, quando sarà il momento, riaperture a condizioni sostenibili.
La chiamata alle armi è stata fatta dalla Confcommercio che ha organizzato un flash mob per la giornata di oggi (4 maggio), rivolto a esercenti e negozi della città: recarsi nella propria attività senza vendere o far entrare clienti ma per dire in questo modo: “Ci siamo anche noi”.
A dare il via simbolico all’iniziativa svolta per accendere i riflettori su una crisi incombente su tutto il settore, è stato Giovanni Martini, presidente della commissione Città di Lucca di Confcommercio. Martini ha affisso un mega striscione sulla facciata della propria attività in Corso Garibaldi. Il tono è lapidario: “Governo assente ma Lucca è presente”.
“Siamo stati abbandonati dal governo per 60 giorni – ha denunciato Martini -. Chi è sopravvissuto economicamente a questo periodo lo ha fatto solo con le proprie forze. Quella di oggi vuole essere una protesta contro l’esecutivo che ci ha abbandonati in balìa di questa pandemia. Chi di noi è stato fortunato ha ricevuto soltanto 600 euro, che non sono neanche un’elemosina. Noi diamo lavoro, noi siamo il lavoro eppure nessuno ci ha tutelato in questo momento difficilissimo”.
Un’ottima partecipazione all’iniziativa, con circa 200 attività aperte nel solo centro storico. Diverse centinaia le attività di ogni genere merceologico che dalla città capoluogo alla Piana, fino alla Valle del Serchio, hanno alzato stamani la propria saracinesca per una azione simbolica e dimostrativa durata 2 ore e mezzo, dalle 10,30 alle 13. Senza attività di vendita per quei negozi che ancora non abbiano ricevuto il via libera da parte del governo stesso. Una protesta silenziosa, ma al tempo stesso forte e determinata da parte di un intero tessuto produttivo ormai allo stremo delle forze economiche, lavorative e psicologiche. Nel solo centro storico, sono state circa 200 le attività aperte: indubbiamente un buon numero, considerando i pochi giorni a disposizione per organizzare la manifestazione (annunciata a metà della scorsa settimana), il fatto che diversi commercianti non vivano a Lucca e che le difficoltà burocratiche negli spostamenti ancora vigenti non hanno agevolato, ma anche la presenza di numerose “catene” nazionali che hanno scelto di rimanere chiuse.
I commercianti hanno fatto sentire la loro voce in vario modo dal maxi striscione “Lucca presente” al tricolore di via San Paolino, passando per le tante locandine dell’iniziativa affisse nelle vetrine dei negozi all’insegna degli hastag #nonandràtuttobene e #nonlasciatecisoli. Molto buona anche la partecipazione in Valle del Serchio, soprattutto nei due principali centri commerciali naturali della zona a Castelnuovo Garfagnana e Fornaci di Barga. Anche qua tante decine e decine di saracinesche alzate e vetrine aperte, con particolare soddisfazione di Confcommercio per le adesioni di Fornaci, area dove l’associazione è sbarcata solo da pochi mesi con un proprio ufficio distaccato a servizio degli associati. Ad Altopascio, nella Piana, i rappresentanti del locale centro commerciale naturale hanno consegnato simbolicamente al sindaco Sara D’Ambrosio una chiave che rappresenta le chiavi di tutti i negozi della cittadina, a rappresentare la gravissima crisi che anche il commercio altopascese sta attraversando.
“A tutti i nostri imprenditori che hanno partecipato all’iniziativa – afferma il direttore Rodolfo Pasquini – va il nostro sentito ringraziamento e plauso. Non era facile, né scontato che in così tanti decidessero di aprire le proprie attività senza avere la possibilità di vendere, solo a scopo simbolico. E invece questa risposta così importante ci dà adesso la forza di combattere con ancora maggiore energia la nostra battaglia sindacale. Il Governo non può e non potrà continuare ad ignorare le disperate grida d’aiuto che arrivano da imprenditori di ogni età e genere merceologico: servono aiuti immediati e concreti. Servono contributi a fondo perduto. E servono regole snelle, chiare e sostenibili per garantire a tutti di poter riaprire. Il tempo dell’attesa e della pazienza è finito, perché qua in ballo ci sono il futuro e la sopravvivenza di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese e milioni di posti di lavoro”.
Tanti commercianti hanno condiviso i motivi della protesta di oggi. “Con tutto il rispetto abbiamo avuto zero aiuti – dice Piero Pacini, proprietario di I gelati di Piero in via Roma –. Occorre sensibilizzare il Governo che in questo periodo ha fatto tanta pubblicità e si è prodigato con parole d’intenti positivi, ma nel concreto non abbiamo visto nulla”.
“Naturalmente siamo consapevoli che la situazione non è semplice – continua Piero – Solo tutti insieme remando nella stessa direzione possiamo dare la spinta per ripartire. L’amministrazione Tambellini con gli aiuti messi in campo ha fatto un primo passo importante rispetto al Governo centrale, noi commercianti abbiamo bisogno di aiuti a fondo perduto, rimandare le tasse non è una soluzione. Il vero effetto di questa crisi non si noterà adesso nelle riaperture, ma il 31 dicembre di quest’anno si tireranno veramente le somme. ‘I gelati di Piero’, se non ci saranno modifiche al regolamento, ripartiranno i primi di giugno”.
Sull’impegno dell’amministrazione Tambellini non sono invece d’accordo i commercianti di Piazza Anfiteatro: “Si può e si deve fare molto di più, ammettiamo che è un inizio, ma ci sono cose da rivedere, devono essere cancellate le tasse sulla spazzatura e vogliamo che il sindaco e tutta l’amministrazione si faccia sentire con il governo centrale utilizzando il pugno di ferro. Bene la cancellazione del suolo pubblico, ma è una tassa che colpisce solo il settore ristorativo, mentre vanno aiutati tutti i tipi di commercio, anche qua in piazza Anfiteatro ci sono negozi che non utilizzano il suolo pubblico e non devono essere lasciati indietro – continuano – Il fondo sugli affitti è totalmente insufficiente per il danno che abbiamo avuto con il lockdown, ed è scioccante che i parcheggi siano stati messi nuovamente a pagamento proprio durante l’imminente riapertura. Anche il finanziamento di 25.000 euro elargito dalle banche alle piccole e medie imprese dal Governo è inadeguato, chiediamo che almeno la metà sia a fondo perduto. Auspichiamo che Tambellini, unitamente ad altri sindaci si faccia sentire con il Governo”.
(notizia in aggiornamento)