Lo sfogo del ristoratore: “Io, trattato come un untore anche in banca”

13 maggio 2020 | 10:57
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Lo sfogo del ristoratore: “Io, trattato come un untore anche in banca”

Il titolare de L’Anfiteatro guardato con sospetto per un equivoco collegamento con la cena degli amici di Segromigno, primo focolaio del coronavirus nella Piana: “Ora ripartiamo ma io resto ottimista”

Da più di un mese è additato quasi come se fosse un untore. Guardato con sospetto perfino dalla cassiera del supermercato e, peggio ancora, invitato dalla banca a non entrare e ad effettuare le sue operazioni online. Lui è un noto ristoratore e oggi che è alle prese nell’organizzazione per la ripartenza racconta le discriminazioni subite per colpa di una fotografia. David Belsito, del ristorante L’Anfiteatro sulla via Pesciatina a Lunata, inizialmente non riusciva a capire perché tutti lo guardassero con sospetto, all’improvviso. Poi è stata la cassiera della banca a spiegarglielo: “Ma hanno fatto da te, no, quella cena tra amici di Segromigno?”.

Assolutamente no: quella cena “famosa”, che è stato il primo focolaio del coronavirus in Lucchesia, era stata fatta in un altro ristorante. Ma appena un mese dopo era stata pubblicata l’immagine della cena dell’anno precedente di quel gruppo di amici d’infanzia al ristorante gestito da Belsito. L’occasione era lodevole perché grazie all’iniziativa del gruppo Facebook Noi di Piaggioriera stato deciso di far partire una raccolta fondi, proprio per volontà di coloro presenti a quella famosa cena, da destinare all’ospedale.

Dai contagiati dopo la cena a Segromigno raccolta fondi per il San Luca

Un gesto di solidarietà, che aveva avuto come “copertina” sui social, ma anche nell’articolo di Lucca in Diretta dove fu divulgata la lodevole iniziativa la foto della cena del 2019, di un anno prima. Molti – evidentemente senza leggere il contenuto – hanno fatto due più due, credendo che la cena del contagio si fosse svolta nel locale di Belsito: “Non riuscivo a realizzare i motivi di quello che stava accadendo finché non me lo ha fatto notare la cassiera della banca che aveva tra l’altro rifiutato, per questo equivoco, il mio ingresso in banca. Sono rimasto senza parole. Avevo letto l’articolo e visto la foto, ma mi sembrava chiaro che quell’immagine non si riferisse alla famosa cena. Nonostante questo mi sono sentito per così dire discriminato anche andando a fare la spesa”.

Ora Belsito spera di potersi lasciare alle spalle questa esperienza. Da mercoledì (20 maggio) l’attività riapre: “Sono fortunato perché nel locale lo spazio non manca e mi organizzerò preparando la metà dei tavolini rispetto al solito. Certo per tutti noi seguire i protocolli significa molto lavoro in più e anche costi. Ma voglio essere positivo: saremo spronati ancora di più a puntare alla qualità”.