Raid e tentate estorsioni nei negozi: nei guai studente di Lucca

Facevano blitz per chiedere ai proprietari di pagare i dipendenti: 6 colpiti dal divieto di dimora
C’è anche un 28enne di Lucca tra i sei antagonisti del collettivo di studenti universitari Hobo di Bologna, destinatari di altrettanti divieti di dimora, dopo una serie di raid in alcune aziende emiliane. Armati di megafoni si sono presentati, per l’accusa, di fronte gli ingressi di alcune aziende, in qualche caso interrompendo anche l’attività lavorativa.
E’ l’esito di una indagine coordinata dalla Digos di Bologna, cui ha collaborato anche la Digos di Lucca, coordinata dal vice questore Leonardo Leone, per episodi avvenuti nel territorio di Bologna. Le misure cautelari sono state disposte dal gip, Sandro Pecorella, su richiesta del pm, Antonio Gustapane: cinque divieti di dimora nel comune di Bologna ed un divieto di avvicinamento alle parti offese. Iprovvedimenti,”derivano da numerosi fatti reato, anche a carattere violento” che i sei avrebbero messo in atto contro “esercizi commerciali, società o cooperative di servizi”, sostenendo che non pagavano i dipendenti.
Gli antagonisti, secondo l’accusa, facevano capo al collettivo Hobo e avevano creato una pagina Facebook dal titolo inequivocabile “Padrone di merda” per rivendicare le loro azioni dimostrative. Tra queste gli inquirenti annoverano le contestazioni al Nails Cafè, il 9 e 20 luglio scorsi,e al negozio Nove Hair, il 16 novembre scorso, dove fu interrotta l’attività di entrambi gli esercizi “ponendo in essere ancheaggressioni fisiche nei confronti dei titolari presenti ed esigendo somme di denaro, con modalità estorsive”.
L’attività di indagine, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Gustapane della Procura della Repubblica di Bologna, aveva già portato alla denuncia di 19 aderenti al collettivo antagonista Hobo, nella campagna “Il Padrone di Merda”,ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di tentata estorsione,lesioni personali, violenza privata, diffamazione, imbrattamento di cose altrui, disturbo delle occupazioni pluriaggravati in concorso ed utilizzo di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico. Il lucchese finito nei guai è volto noto alle forze dell’ordine e in particolare alla Digos per essere un appartenente ai collettivi studenteschi. A Bologna svolgeva attività saltuaria di runner e pur non studiando nell’ateneo della città emiliana era entrato in contatto con i collettivi.