Appalti dell’Asl truccati, scatta un maxi sequestro da 7 milioni di euro

23 maggio 2020 | 08:47
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Sigilli a società, locali, abitazioni e terreni tra la provincia di Lucca e quella di Caserta

Sequestri preventivi per 7 milioni di euro tra società, locali e immobili. Nuovo capitolo dell’indagine dei finanzieri di Lucca che aveva ipotizzato appalti truccati ai danni dell’Asl 2 di Napoli Sud, con sede a Torre del Greco, e frodi in pubbliche forniture e riciclaggio. I finanzieri di Lucca stanno eseguendo un decreto di sequestro di prevenzione ex ai sensi del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, emesso dal tribunale di Firenze – ufficio misure di prevenzione nei confronti di un imprenditore 53enne residente a Caserta attivo tra la Toscana e la Campania, e del coniuge, attraverso il sequestro di beni immobiliari e mobiliari nonché di compagini societarie, per un valore di circa 7 milioni di euro.

L’attività trae origine dall’operazione Ghost Tender, condotta dal nucleo di polizia economicofFinanziaria di Lucca, che, nel marzo 2018, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Firenze, aveva portato, oltre che a primi sequestri di beni, all’arresto di 5 persone tra la Toscana e la Campania e alla denuncia a piede libero di ulteriori responsabili, in quanto appartenenti o fiancheggiatori di un’associazione a delinquere operativa dal luglio 2013, con base a Lucca e contigua ad un clan camorristico (“Casalesi”, fazione “Zagaria”) radicato nel casertano, dedita all’illecita aggiudicazione di appalti, alle frodi in pubbliche forniture e al riciclaggio.

Nell’ambito delle indagini era stato individuato un gruppo criminale che ruotava attorno ad imprenditori edili residenti in Provincia di Lucca e Caserta i quali, utilizzando prestanome e società compiacenti, molte delle quali “apri e chiudi”, si aggiudicavano decine di appalti della Asl 3 – Napoli Sud (con sede a Torre del Greco), per milioni di euro, in relazione a commesse per lavori edili, banditi per importi inferiori ai valori soglia oltre i quali sarebbe stato necessario ricorrere alle procedure ordinarie di affidamento.

Stando all’accusa, il gruppo aveva stabilito rapporti corruttivi con un dirigente della predetta Asl, il quale, secondo gli inquirenti, non solo aveva aggiudicato l’appalto in violazione delle norme di trasparenza, correttezza e imparzialità, ma aveva consentito al sodalizio di conseguirne il pagamento pur in assenza di qualsivoglia esecuzione dei lavori. In questo modo, le imprese riconducibili al gruppo erano risultate, a turno, aggiudicatarie di numerosi appalti per lavori falsamente attestati come avvenuti, ma di fatto in gran parte non eseguiti.

Il procedimento penale vede attualmente in corso di svolgimento la fase dell’udienza preliminare.

Più recenti indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze e svolte dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Lucca ai sensi del citato decreto legislativo 159/2011, hanno quindi evidenziato la “pericolosità” dei soggetti sottoposti ad indagini, in quanto ritenuti “indiziati” sia di reati commessi “al fine di agevolare l’attività” dell’associazione mafiosa dei Casalesi e in particolare la fazione Michele Zagaria, che di trarre i propri mezzi di sostentamento da delitti a sfondo patrimoniale.

Al contempo, è stata appurata la “sproporzione” del patrimonio disponibile rispetto al proprio reddito, in relazione al periodo temporale di riferimento (2013 – 2019).

Sulla base delle risultanze emerse, il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il sostituto procuratore Giulio Monferini hanno quindi avanzato richiesta di applicazione delle misure preventive personali e patrimoniali e l’ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Firenze (presieduto dal dottor Raffaele D’Isa), valutando la sussistenza dei requisiti di legge, ha emesso il provvedimento.

Sono in fase di conclusione le operazioni di sequestro di beni, tra Caserta e Lucca, per circa 7 milioni di euro, costituiti da 25 conti correnti, 8 società, 18 locali ad uso commerciale, 32 abitazioni, 7 autorimesse e 4 terreni. Il patrimonio sarà ora gestito dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Firenze.

Nei confronti dei due indagati è stata fissata l’udienza per la discussione per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale e personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno per anni 3 e mesi 6.