Obbligazioni estere ad alto rischio, risarcito di 90mila euro dalla banca

25 maggio 2020 | 13:01
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Obbligazioni estere ad alto rischio, risarcito di 90mila euro dalla banca

Il cliente era stato invitato a sottoscrivere lo strumento ma dopo aver perso il denaro si è rivolto a Confconsumatore che ha ottenuto il risarcimento

Un risparmiatore lucchese aveva investito circa 90mila euro dei propri risparmi in obbligazioni subordinate estere, ma la banca non lo aveva informato che quel  prodotto finanziario non poteva essere venduto ai piccoli azionisti ed era altamente rischioso. Il risparmiatore si è così rivolto alla Confconsumatori per ottenere il rimborso della cifra investita. E riavrà il suo denaro.

“Confconsumatori – ricordano all’associazione – prosegue la sua battaglia per la difesa degli obbligazionisti delle subordinate dimenticati dalla politica e dalle istituzioni. Dopo la decisione del febbraio scorso, si aggiunge ora questa ulteriore vittoria dinanzi all’Acf, l’arbitro della Consob. In questo particolare caso al centro della controversia c’era un risparmiatore che aveva acquistato senza saperlo subordinate estere convertite in azioni con il cosiddetto burden sharing, che non dovevano essere cedute ai piccoli risparmiatori in quanto emesse all’estero e destinate agli investitori istituzionali. La banca, però, aveva improvvidamente girato quelle obbligazioni ai propri clienti, ignari non solo della natura subordinata del titolo ma anche della loro complessità, rischiosità e illiquidità. Ciononostante, il ministero dell’Economia e delle finanze all’epoca aveva escluso quelle stesse subordinate dall’intervento statale di rimborso, previsto invece per le subordinate italiane della banca senese».

Il risparmiatore lucchese, dopo aver perso circa 90 mila euro in quelle subordinate estere ad alto rischio, dopo il reclamo presentato con l’assistenza di Confconsumatori ha portato la sua situazione davanti all’arbitro per le controversie finanziarie, assistito dall’avvocato Giorgio Paolini dello staff di Confconsumatori, ottenendo un parere favorevole. “Anche in questa occasione, come in diversi altri casi, l’Acf della Consob ha constatato che la banca aveva disposto il compimento di un’operazione non adeguata al profilo del cliente – osservano dall’associazione – e che, se l’istituto bancario avesse agito con tutta la specifica diligenza richiesta, il cliente non avrebbe mai acquistato le subordinate, trattandosi non solo di titoli subordinati, ma anche di titoli emessi all’estero e destinati solo alla clientela istituzionale”.