Truffa alle assicurazioni, nei guai noto psichiatra

Arrestato professionista di Viareggio e una sua collaboratrice nell’ambito di un giro di falsi incidenti
Truffa alle assicurazioni con falsi incidenti. I carabinieri di Livorno hanno sgominato una presunta associazione per delinquere dedita ai raggiri che aveva la sua base a Livorno e che agiva in varie città toscane, tra cui Lucca dove sono state eseguite diverse perquisizioni in mattinata. Interdetto nell’ambito dell’inchiesta un noto psichiatra di Viareggio.
L’indagine denominata Triade sicura della compagnia dell’Arma labronica, guidata dal maggiore Guglielmo Palazzetti, ha consentito di scoprire una “collaudata rete” di 18 professionisti, tra cui medici, avvocati ed un esperto informatico, che si occupava di falsificare la documentazione sanitaria relativa agli incidenti stradali, allo scopo di ottenere illecitamente risarcimenti sovrastimati da parte delle compagnie assicurative. Sono 35 gli incidenti stradali per i quali il gruppo di truffatori avrebbe chiesto ed ottenuto da importanti gruppi assicurativi risarcimenti, per un valore complessivo di circa 650mila euro.
Sono 71 le persone indagate a piede libero (da impiegati a operai, tutti considerati “affidabili” dagli organizzatori delle truffe) per aver consentito l’alterazione dei loro referti medici. Tra gli indagati, masenza provvedimenti cautelari a suo carico, figura il cantautore livornese Enrico Nigiotti, 33 anni, accusato di aver falsificato la documentazione sanitaria di un incidente stradale per avere un risarcimento più alto, intorno ai 12 mila euro.
A carico del principale indagato dell’inchiesta – il medico legale livornese Francesco Papini, 62 anni, finito in carcere con la moglie, Cinzia Allegranti, 52 anni – sono stati sequestrati quattro immobili (una villa, due appartamenti, uno studio) nonché 57 quadri di diversi artisti italiani (tra gli altri Guttuso, Schifano, Carrà, De Pisis e Fattori), una scultura e anche un’anfora romana. A Papini è stata applicata anche l’interdizione dall’esercizio della professione.
Agli arresti domiciliari sono finiti il perito informatico Claudio Del Grosso, 63 anni, di Livorno, lo psichiatra Massimo Nencioni (a cui è stata applicata anche l’interdizione dall’esercizio della professione), 65 anni, di Viareggio, e la sua collaboratrice, l’operatrice socio sanitaria Serena Cioni, 53 anni, diEmpoli. Per altri 5 indagati è stata disposta l’interdizione dall’esercizio della professione: si tratta di un medico legale, di unmedico ortopedico e tre avvocati.
Questa mattina a Livorno, Empoli, Pontedera e Viareggio, i militari dell’Arma della compagnia di Livorno, su ordine della Procura di Livorno, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale livornese, nei confronti di 10 persone a cui sono contestati, con altri 8 indagati in stato di libertà, i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla istigazione alla corruzione di pubblici ufficiali nonché al “fraudolento danneggiamentodei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona”. A carico di due associati, insieme ad un terzo indagato a piede libero, sono stati configurati anche i reati di autoriciclaggio e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il provvedimento è stato emesso a conclusione dell’indagine in codice “Triade sicura”, condotta dal Norm della compagnia labronica ed iniziata nel maggio 2019 nei confronti di un medico legale operante a Livorno.
Le investigazioni hanno consentito di accertare la sussistenza della “collaudata rete” di 18 professionisti, composta da 7 medici e 3 loro collaboratori, 6 avvocati, un fisioterapista ed un esperto informatico, che si occupava di falsificare la documentazione sanitaria ed informatica relativa a incidenti stradali, allo scopo di ottenere illeciti risarcimenti da parte delle compagnie assicurative.
Sono in corso accertamenti per ulteriori 6 incidenti in fase di liquidazione. A seguito di accertamenti patrimoniali, svolti in coordinamento con l’aliquota della Guardia di Finanza della sezione di polizia giudiziaria della stessa Procura della Repubblica di Livorno, a caricodell’arrestato principale, Francesco Papini, sono stati i sequestrati beni per un debito pregresso con il Fisco di circa 2 milioni di euro relativi ad un’accertata evasione fiscale. Con il supporto specialistico del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Firenze è in corso la catalogazione dei 57 quadri sequestrati insieme alla scultura e all’anfora romana.