“E’ un bravo educatore ma è finocchio”, lo sfogo di un 33enne diventa virale

Il giovane: “Lascio il mio lavoro con la consapevolezza che molti genitori pensano che non sia adatto a farlo per il mio orientamento sessuale”
“È un bravo educatore ma è finocchio”. Lui è Marco, 33 anni, educatore lucchese in un nido d’infanzia della Piana di Lucca. E il virgolettato è un commento che si è sentito fare da alcuni genitori. Non è questo il motivo che lo avrebbe spinto a cambiare strada, ma la sua denuncia sui social è diventata virale.
E’ lui stesso a spiegare come sono andate le cose: “Ancora pochi giorni e poi mi prenderò una lunga pausa dal mio lavoro e mi metterò sotto a studiare per la laurea magistrale. Un lavoro che ho conquistato con tanto studio, lavorando a testa bassa e dimostrando che ero e sono in grado di poterlo fare. Sono stati quattro anni sicuramente densi di emozioni positive ma anche di qualche retrogusto amaro: in primis mi sono reso conto che il settore educativo 0-3 anni è sempre più sacrificato, sottopagato e ignorato dalla politica che non ne coglie l’importanza… in seconda battuta me ne vado con la consapevolezza che per la quasi totalità dei genitori sono stato un buon educatore ma che per pochi altri, a causa del mio orientamento sessuale, non lo avrei mai dovuto/potuto fare… e a questo punto mi voglio togliere un bel macigno dalla scarpa una volta e per tutte. Se un omosessuale non può fare l’educatore di nido perché “contronatura” (cit.), allora ditemi, essere eterosessuale è la condizione base per trattare bene i bimbi? ogni eterosessuale diventerà sicuramente un buon educatore o genitore? Essere omosessuale non significa essere un pedofilo, un maniaco, un manipolatore di menti o altro… significa solo una cosa: portarsi sulle spalle l’ignoranza altrui, quell’alone di stupidità che se non si ha forza a sufficienza finisce per ridurci ai minimi termini”.
Anche LuccAut gli esprime solidarietà: “L’esperienza che racconta Marco, 33 anni, educatore lucchese, e che è diventata virale in tutto il Paese, non può lasciare indifferenti. Interroga tutta la nostra città, la richiama a quella attenzione all’accoglienza e alla solidarietà che caratterizza la sua storia e il suo presente, e noi vogliamo anche il suo futuro. Ringraziamo Marco per la sua testimonianza, il suo coraggio, la sua gioia nell’essere se stesso: a lui esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno”.
“LuccAut – prosegue la nota – è un’associazione che da anni, sul nostro territorio, si batte per una cultura dei diritti per tutte le persone lgbt+. E di questo impegno per ricucire l’intera nostra comunità in un filo rosso fatto di rispetto, di accoglienza nei confronti di ogni differenza, di buone pratiche di solidarietà, anche la storia di Marco dimostra che ce ne è sempre più bisogno. Oggi il nostro legislatore nazionale sta discutendo in merito a una legga contro omobitransfobia e misoginia: le vite reali di cittadini come Marco ci ricordano come sia urgente ed importante che il nostro Paese compia finalmente quel passo in avanti che aspettiamo da tempo”.