Odissea per l’assegno Inps: “Erogato ma i soldi sono spariti”

6 luglio 2020 | 11:07
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Odissea per l’assegno Inps: “Erogato ma i soldi sono spariti”

Un lucchese si rivolge ad un legale dopo un’odissea per ottenere il pagamento

E’ convinto che non si tratti di un errore. Un uomo di Lucca, Piero Casella, si è rivolto così ad un avvocato per capire che fine abbia fatto il suo ultimo assegno di inabilità al lavoro. Dopo infatti aver verificato sul sito dell’Inps che il suo compenso mensile è stato erogato il 1 luglio scorso ma non ancora disponibile sul suo conto corrente postale, il pensionato vuole vederci chiaro.

“Percepisco, ormai da 5 anni, un assegno di inabilità al lavoro, lo percepisco perché sono stato reso invalido da un cancro – racconta -. Ho subito diversi interventi chirurgici, prendo molte medicine e non sono più come prima perché, a causa del mio male, ho subito l’asportazione dell’ano e, di conseguenza, sono stomizzato a vita. Ma torniamo all’assegno di inabilità che, sino ad adesso, ho percepito regolarmente il primo giorno lavorativo del mese. Da due mesi, questo assegno, mi arriva con diversi giorni di ritardo”.

“Causa Covid-19, come tutti i pensionati sanno, c’è una scaletta da rispettare in base al cognome ma, a pro di questa ultima, i pagamenti cominciano dal 26 del mese precedente – prosegue -, in modo che tutti ricevano la loro pensione (in questo caso l’assegno di inabilità lavorativa) nei tempi più brevi e consoni alle esigenze dei pensionati stessi. Sapevo di essere una pecora nera, ma non sino al punto che il mio assegno (che doveva essere pagato il 28) mi è stato pagato il giorno 8 del mese successivo, ovvero il mese di giugno. Adesso, siamo al 6 del mese di luglio ed ancora l’assegno, tanto agognato, non è stato pagato”.

“Mi sono, quindi, armato di pazienza ed ho cercato sul sito dell’Inps la mia situazione“. Da questa verifica sarebbe emerso che l’assegno era in pagamento dal 1 luglio scorso.  “Guardo il mio conto che ho alle poste e il pagamento, come lo scorso mese, non è ancora in essere – racconta -. Vado all’ufficio postale e, io che sono invalido, non ho nessuna precedenza e devo stare in fila, come d’altronde gli altri, sotto il sole cocente. Dopo circa un’ora è il mio turno, entro e chiedo spiegazioni all’operatore che mi serve, guarda sul suo computer e mi dice che non mi avevano ancora pagato la pensione.  A questo punto ho fatto una domanda all’operatore: l’Inps ha pagato la prestazione ma in posta non è ancora arrivata, di chi è la colpa?’. Nessuno ha saputo rispondermi”. Ed è a questo punto che Casella si è rivolto all’avvocato.